Egregio Direttore,
fin dal suo insediamento il Governo Meloni ha fatto emergere chiara un’idea strategica di politica sia nazionale che internazionale.
E’ stata fin da subito evidente la discontinuità coi governi Conte, con l’abbandono di politiche devastanti per l’economia come il 110% e il reddito cittadinanza, sostituite da una strategia legata al lavoro, l’occupazione è aumentata notevolmente, il Pil nel 2023, in volume, è per la prima volta superiore al dato del 2008 agli albori della crisi finanziaria internazionale, il dato dell’occupazione (800.000 posti in più rispetto ad ottobre 2022) raggiunge livelli inediti (62,3% di agosto 2024, il più alto di sempre) inversamente proporzionale al tasso di disoccupazione (6,2% il più basso dal 2007). E’ evidente che non tutta l’occupazione creata è a tempo indeterminato, ma è comunque apprezzabile il dato dell’aumento di quest’ultima.
Anche in tema di fisco, i dati del recupero dell’evasione (4,5 miliardi di euro in più nel 2023 rispetto al 2022) collegato ai primi provvedimenti di riduzione del cuneo fiscale e di semplificazione con riduzione aliquote Irepf da 4 a 3, smentiscono le false informazioni su un esecutivo amico degli evasori, mentre in realtà il Governo Meloni vuole ridurre l’evasione e soprattutto l’elusione andando a incidere su quella dei grandi gruppi.
Ridando centralità al lavoro ed all’economia, dopo troppi anni di bonus e mancette, il Governo Meloni sancisce un principio che un Paese come l’Italia ha eletto a modello nel secondo dopoguerra essendo un territorio senza materie prime ma con grande ingegno e forza di volontà: lo stimolo delle migliori energie del Paese che si traducono in idee, posti di lavoro, crescita economica che sono state la base del miracolo economico italiano.
Non ultimo l’impegno per settori chiave come la Sanità, laddove tra poche settimane entreranno in vigore i nuovi Lea, che conclameranno al proprio interno nuovi servizi in materie come procreazione assistita, celichia, malattie rare, ecc.
Anche nell’ambito internazionale si ha l’impressione che con una serie di scelte intelligenti il Governo Meloni abbia superato le iniziali diffidenze internazionali, molto spesso pretestuose e preconcette.
Il peso dell’Italia in ambito europeo viene certificato dalla presenza del neo-vicepresidente della Commissione Raffaele Fitto e le modalità con cui il risultato è stato raggiunto denota, semmai, la capacità politica, dote non trascurabile a mio parere, del Governo Meloni di saper cogliere le opportunità nell’interesse della Nazione, consapevoli del fatto che in politica il rancore non è sentimento utile.
I primi passi del Piano Mattei, una strategia politica ed economica che vuole perseguire una politica nel Mediterraneo e, dunque, anche in Africa facendo valere il prestigio che nell’ambito internazionale mediterraneo e mediorientale la diplomazia italiana, grazie ad una lunga storia di credibilità conquistata, continua ad avere grazie ad atteggiamenti non predatori e comunque maggiormente cooperanti verso i Paesi interlocutori.
In ambito Nato, il ruolo di alleato affidabile ma che sa ragionare e fare proposte di ampio respiro sta dando buoni frutti e in termini economici le valutazioni sostanzialmente positive sui mercati internazionali del piazzamento del debito, lo spread e i certificati delle agenzie di rating sono a testimoniarlo.
Insomma si ha finalmente la positiva percezione di un Governo che abbia una visione del Paese e i risultati di questi due anni di governo, tuttavia, vanno letti solo ed unicamente come una base di prosecuzione di una politica di medio-lungo periodo che continui ad affrontare e possibilmente risolvere i notevoli problemi che affliggono l’Italia.
Claudio Sacchetto
Consigliere Regionale Fratelli d’Italia