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Schegge di Luce | 06 gennaio 2025, 09:37

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di fra Alberto Di Massa

Commento al Vangelo del 6 gennaio 2025, Epifania del Signore

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di fra Alberto Di Massa

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».

Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese (Mt 2,1-12).

Oggi, 6 gennaio 2025, la Chiesa celebra la solennità dell’Epifania del Signore (colore liturgico bianco). A commentare il Vangelo della Santa Messa è fra Alberto Di Massa, frate cappuccino del convento di Santa Maria degli Angeli, a Bra.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole che si uniscono al disegno dell’artista braidese Pinuccia Sardo per accendere le ragioni della speranza.

Eccolo, il commento.

Nel periodo natalizio tradizionalmente va in scena ad Alessandria la “Divina Comedia” del Gelindo. Narra di un gruppo di pastori che incontrano in modo casuale e inaspettato Maria e Giuseppe nel loro cammino verso il tugurio di Betlemme dove nascerà il “divin bambino” Gesù. In questa sacra rappresentazione diverse volte ho interpretato uno dei Magi che vanno alla ricerca anche loro del “divin bambinello”. Ciò che differenzia i pastori della notte di Natale dai sapienti Magi è proprio il loro “ricercare” la luce della Verità che splende in Gesù, nella povera stalla di Betlem.

Troppo spesso cerchiamo Gesù nei cieli, nelle stelle dei nostri sogni e desideri, quando invece lui si “manifesta” (questo significa Epifania) nella concretezza e ordinarietà della nostra povera esistenza quotidiana. Ogni passo della vita, ogni scoperta, ogni inizio non è mai solo nostro. Ha sempre qualcuno e qualcosa che lo precede, lo orienta, lo attrae: la stella ci porta a Gesù, ma non è Gesù. I Magi seguono qualcosa che li precede: una stella, una luce umile nel cielo buio della notte del mondo, che permette loro di scoprire la vera luce, nascosta nelle pieghe della nostra storia. Stando sotto questo umile segno celeste scoprono le risposte agli eterni dilemmi che inquietano il cuore degli uomini: da dove veniamo; dove andiamo; che senso ha il nostro camminare nella storia.

La stella che brilla nelle tenebre del nostro cuore può essere questo insanabile desiderio di infinito che ci dona la vita. Per arrivare ad incontrare Gesù Cristo, Verbo del Padre, Luce del mondo, l’unico che può dissetare il desiderio del nostro cuore inquieto e arido di senso, bisogna alzare lo sguardo dalle piccinerie veloci e banali di questo mondo, dalle proposte violente o volgari dei social, alzare lo sguardo verso le stelle: verso la bellezza del creato, dell’umanità, dell’arte, del bene condiviso. Alzare lo sguardo e farsi domande: studiare, discutere, indagare la realtà oltre l’apparenza.

Siamo arrivati con i Magi di fronte all’umanità fragile e indifesa di Gesù e Maria: solo un bambino e una donna, tutto ciò che il mondo ritiene debole e secondario. Davanti a questa fragilità assoluta, esposta ad ogni violenza e sopruso, si manifesta la Sapienza del Padre che ci ha donato un senso eterno all’esistere. La carne di un bambino mostra a tutti noi la mitezza e la speranza di Dio, il suo consegnarsi dolcemente a coloro che ama nell’attesa di stringere con loro un’alleanza di pace. I sapienti d’Oriente comprendono che il mistero della vita di Dio è un’epifania di mitezza e di vita condivisa. D’altronde niente meglio di un bambino in braccio a sua madre manifesta il mistero della Vita.

Silvia Gullino

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