Attualità - 14 gennaio 2025, 17:45

Nuovi obblighi per B&B e affittacamere: il 22% delle strutture della Granda non è in regola

Dal 1° gennaio 2025 le strutture devono dotarsi di un Codice identificativo nazionale. Ma sono tante quelle che ancora non hanno ottemperato. Controlli e relative sanzioni non si faranno attendere

Il 2025 è iniziato con molte novità sul fronte dell'offerta ricettiva a scopo turistico. In particolare, si è cercato di arginare il fenomeno del mercato degli affitti brevi e, soprattutto, di quelli che non rispettano le prescrizioni di legge, a partire dalla comunicazione dei dati degli ospiti alla Questura, o che affittano in nero. Non sarà più possibile, per esempio, il check in da remoto, con l'invio dei documenti via mail o tramite messaggio e la registrazione degli ospiti senza che ci sia un'identificazione in presenza. 

Le nuove norme, tra cui l'obbligo di dotarsi di un Codice identificativo nazionale (il CIN), da esporre e da utilizzare sulle piattaforme come Booking o Airbnb, prevedono sanzioni piuttosto salate per chi non le rispetta. Da tempo sollecitate dalle categorie degli albergatori, sono state accolte con grande favore proprio da chi gestisce alberghi o strutture in modo imprenditoriale. 

Perché il mondo degli affitti brevi è una giungla. Se la maggior parte di chi affitta seconde case o spazi della propria abitazione lo fa nel rispetto delle norme, non manca, invece, chi lo fa nel totale spregio delle stesse. Di recente, nella nostra provincia, un giovane imprenditore di Cuneo è stato pesantemente sanzionato perché affittava sette appartamenti tra Demonte e il capoluogo - numeri che sono tra l'altro ascrivibili ad un'attività imprenditoriale a tutti gli effetti - senza aver mai fatto i passaggi amministrativi necessari per l'avvio dell'attività. Presente su tutti i siti, non era in regola praticamente su nulla. Per lui una sanzione di circa 19 mila euro, con relative conseguenze con il Fisco. 

Queste nuove norme hanno quindi lo scopo di rendere sempre più difficile eludere gli obblighi normativi ed evadere le tasse. 

Ogni struttura deve avere questo codice nazionale, che andava richiesto entro la fine del 2024 diventando obbligatorio con il nuovo anno appena iniziato. Eppure, stando ai dati del Ministero del Turismo, la provincia di Cuneo è seconda solo a Torino per la non ottemperanza degli obblighi. Praticamente una struttura su 4, il 22% per la precisione, è infatti inadempiente e non ha quindi fatto richiesta del codice identificativo. In Granda sono stati rilasciati 4.774 CIN, ma quelle che devono ancora registrarsi, e sono pertanto fuorilegge, sul sito del Ministero sono molte di più. 

Ma le verifiche non mancheranno. E saranno a campione, incrociando i dati delle strutture con quelli del portale Alloggiati web della Questura, del portale del Turismo della Regione Piemonte e non solo. Sarà anche sempre più difficile evadere, perché la normativa italiana in materia di affitti brevi ha imposto a Booking di applicare una ritenuta fiscale ai partner che affittano immobili residenziali in Italia e che soddisfano un certo numero di altre condizioni, tra le quali il non avere una partita iva. Sarà Booking, quindi, a versare le tasse all'Agenzia delle Entrate. 

Insomma, fare i furbetti, nel mondo della ricettività extralberghiera e delle locazioni turistiche, sarà sempre più difficile. La Polizia amministrativa sta intensificando i controlli e le sanzioni, per chi non rispetta le nuove norme e gli obblighi di legge, sono decisamente pesanti, arrivando a migliaia di euro.