Le recenti modifiche al Codice della strada, con l’inasprimento delle pene per chi guida in stato di ebbrezza, stanno generando preoccupazioni tra ristoratori e produttori di vino nelle Langhe e nel Roero, terre simbolo della cultura enogastronomica italiana. Il dibattito si concentra sulle possibili conseguenze per il turismo enogastronomico e sulla necessità di nuove strategie per bilanciare tradizione e sicurezza.
Massimo Camia, chef dell’omonimo ristorante a La Morra e presidente dei ristoratori albesi, riflette: "Queste leggi esistono in tutto il mondo e in alcuni Paesi la tolleranza è zero. L’inasprimento delle pene ha creato paura e confusione, ma credo che, come spesso accade, dopo il clamore iniziale ci sarà una fase di stabilizzazione. Bisognerà adattarsi: per esempio, vedremo un aumento del consumo di vino al calice rispetto alla bottiglia. Noi ristoratori dovremo essere pronti a offrire più flessibilità ai nostri clienti".
Camia sottolinea come i consumatori si stiano organizzando per affrontare il cambiamento: "Già oggi vediamo tavoli in cui si alternano i ruoli: se vengono in quattro o più persone, scelgono chi beve e chi no. Questo approccio potrebbe diventare sempre più comune, con un occhio attento alla sicurezza. Anche io, nel mio ristorante, ho sempre puntato su un’ampia selezione di vini al calice per permettere ai clienti di assaggiare diverse etichette senza dover acquistare una bottiglia intera. È un modo per mantenere viva l’esperienza enogastronomica anche in un momento di maggiore attenzione e responsabilità".
Tuttavia, Camia rassicura che, almeno per ora, non si registrano particolari cali nei consumi: «Per il momento, non ho percepito una riduzione drastica. La gente continua come sempre, anche se è evidente una maggiore prudenza. È probabile che un lieve calo si verifichi, ma al momento la situazione è stabile, anche se è normale che tra gli addetti ai lavori ci possa essere preoccupazione».
Fabrizio Pace, direttore dell’Associazione Commercianti Albesi, pone l’accento sulla specificità del territorio: "Il vino rappresenta non solo un fondamentale componente della tradizione enogastronomica di Langhe, Monferrato e Roero, ma ricopre anche un ruolo intrinseco alla nostra cultura e identità, rappresentando il nostro territorio in tutto il mondo. Contemporaneamente, crediamo nell’importanza della sicurezza stradale e della tutela degli ospiti che qui arrivano e sostano per godere della bellezza, paesaggistica ed enogastronomica, delle nostre colline".
Il dirigente evidenzia come la sfida sia trovare un equilibrio tra tradizione e sicurezza: "Sosteniamo una promozione del vino che sia allo stesso tempo consapevole e responsabile. Per questo sono al vaglio nuove iniziative che garantiscano comunque esperienze uniche, ma anche e soprattutto sicure".
Sul fronte produttivo, Enrico Nada, vitivinicoltore e presidente di Coldiretti Cuneo, esprime preoccupazione per le possibili conseguenze economiche: "Anche se i limiti legali sul tasso alcolemico non sono stati modificati, queste misure hanno generato un effetto psicologico significativo. Il timore è che degustazioni e visite in cantina, già fondamentali per il turismo locale, vengano percepite come più rischiose e questo potrebbe influire negativamente sul flusso di visitatori. Inoltre, già oggi registriamo un calo nelle vendite di distillati, segnale di una contrazione che non aiuta un’economia agricola già sotto pressione".
Nada conclude con un appello alla sensibilizzazione: "Dobbiamo lavorare per mantenere il valore delle esperienze enogastronomiche, garantendo sicurezza e consapevolezza. Il vino è parte integrante della nostra identità, e il rischio è che venga percepito come meno accessibile o addirittura meno sicuro. Questo scenario non sarebbe sostenibile per il nostro territorio, che basa gran parte della sua economia sulla qualità e sull’unicità delle sue produzioni".