Alba affronta una persistente emergenza abitativa. Così gli sforzi dell'Amministrazione comunale si intensificano per supportare le persone senza fissa dimora e vulnerabili, in particolare date le rigide temperature di questi mesi. I dati confermano che il numero dei senza fissa dimora in città si mantiene stabile intorno alle 50 unità da almeno 5 anni.
La IV Commissione consiliare permanente si è riunita ieri, mercoledì 22 gennaio, per discutere delle iniziative di accoglienza intraprese. La panoramica locale che l’assessora alle Politiche sociali Donatella Croce ha offerto suggerisce un quadro, a livello provinciale, “sconfortante” – così lo ha definito. In questo contesto complesso, Alba ha adottato contromisure particolari per far fronte all’emergenza freddo, anche per scongiurare il ripetersi di tragedie insopportabili. La morte per avvelenamento da monossido di carbonio di Issa Loum e Mamadou Saliou Diallo, scomparsi nella notte tra l'11 e il 12 dicembre nel casolare abbandonato in cui dormivano, ha scosso l'intera comunità albese. Le risposte concrete, sia in termini di supporto economico alle loro famiglie sia in termini operativi di contrasto all'emergenza che affligge chi altro dorme all’addiaccio, non sono tardate ad arrivare. Dal 21 dicembre 2024, grazie alla collaborazione tra Comune di Alba, Croce Rossa Italiana, Fondazione Caritas Diocesana Albese e Consorzio Socio Assistenziale Alba Langhe Roero, è stata incrementata la disponibilità di posti letto per persone senza fissa dimora: l'apertura straordinaria dei locali al piano superiore della sede di Protezione Civile albese di via Ognissanti ha assicurato ulteriori 15 posti letto (e 2 brandine di riserva), oltre a quelli già assegnati presso il Centro di prima accoglienza di via Pola.
Il presidio straordinario è mantenuto attivo, operativamente, grazie ai volontari della Croce rossa, di Protezione Civile, di scout e altre associazioni locali, della Cooperativa Ginepro, nonché della Parrocchia di San Cassiano – a sua volta ospitante –, che dalle 20 alle 8 di mattina, 7 giorni su 7, garantiscono la propria presenza e assistenza. Dall’apertura, i 15 posti letto sono stati costantemente occupati, da alcune persone continuativamente e da altre per periodi transitori. A quanto risulta all’Amministrazione, attualmente sono sette le persone senza fissa dimora escluse dal circuito di accoglienza: tre di loro hanno rinunciato volontariamente a un posto in dormitorio, mentre per le altre quattro si sta tentando di trovare soluzioni adeguate alle specifiche esigenze.
Incalzata dall’opposizione, l’assessora delinea il profilo tipico di chi è ospitato ad Alba attualmente. “Ci sono due gruppi di persone in difficoltà – spiega Croce – nella ricerca di abitazione: da un lato clochard di cittadinanza italiana ed età solitamente matura, con vulnerabilità pregresse, che scelgono la strada anche a fronte di una soluzione per dormire al riparo e, dall’altro lato, ci sono giovani persone straniere, talvolta disoccupate, ma prevalentemente con un impiego stagionale. Ecco, il dormitorio non è una risposta congrua per tutti, perché preclude la crescita e l’autonomia che questo secondo gruppo di persone ha la prospettiva e la volontà di raggiungere”.
Il presidio della sede straordinaria di via Ognissanti è assicurato dai volontari fino al 21 marzo. Oltre questa data, c’è incertezza sull’evolvere della situazione per i fissa dimora albesi. “Come usciamo da un’emergenza che diventa ordinaria?”, interroga la Commissione il consigliere comunale Emanuele Bolla, critico sul profilo di ritardo con il quale l’Amministrazione ha disposto di intervenire e sulla provvisorietà delle soluzioni proposte. La replica di Croce è che è necessario prepararsi al permanere dell’emergenza almeno per i prossimi due anni, perché le risposte strutturali ai problemi abitativi richiedono tempo e impegno economico.
A questa prima misura emergenziale si aggiunge l’impegno a sviluppare una progettualità a lungo termine – con percorsi di formazione e inserimento lavorativo – e supportata anche dalla partecipazione a bandi attualmente aperti come il bando di Compagnia San Paolo “Casa, Autonomia, Prospettive per le nuove generazioni” rivolto alla fascia di età 18-35 anni.
Un dissapore, subito ridimensionato, sembra apparire nei confronti della Caritas albese che, venendo meno all’impegno, nei termini previsti, di ampliare i posti letto a disposizione della città, avrebbe accentuato l’urgenza e la portata degli ingressi di persone in cerca di riparo che l’Amministrazione comunale ha dovuto fronteggiare. L’assessora Croce, comunque, smentisce difficoltà di coordinamento e conferma che la convenzione, posta in essere nel 2024 tra Amministrazione albese e Caritas per la gestione dei posti letto e della distribuzione dei pasti ai bisognosi, è stata ridiscussa e a breve dovrebbe tornare operativa.