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Economia | 24 gennaio 2025, 16:39

Incentivi all’esodo e "cassa" straordinaria: nel Piano Sociale gli impegni di Diageo per chiudere il sito di Santa Vittoria d’Alba

Il documento recapitato oggi ai sindacati, a due mesi dall’annuncio dell’addio. Intanto la multinazionale ha ceduto un altro marchio a un concorrente spagnolo

Lo stabilimento Diageo di Santa Vittoria d'Alba

Lo stabilimento Diageo di Santa Vittoria d'Alba

E’ arrivato nei termini previsti, entro la scadenza di 60 giorni dall’apertura della procedura (lo scorso 26 novembre), il Piano Sociale col quale Diageo Operations Italy Spa ha formalizzato la propria intenzione di arrivare alla graduale dismissione dello stabilimento di Santa Vittoria d’Alba procedendo nel proprio intento entro il termine fissato al giugno 2026.

Nella mattinata di oggi il documento – quattro pagine in tutto, nelle quali non si fa cenno alle motivazioni della chiusura – è stato trasmesso alle Rsu e organizzazioni sindacali (Flai Cgil, Fai Cisl, Uila-Uil e Uil), alla Regione Piemonte, ai Ministeri del Lavoro e Politiche Sociali e delle Imprese e Made in Italy, oltre che a Confindustria Cuneo e a Federmanager.

Con lo stesso Piano, che avrà una valenza di dodici mesi, la controllata italiana della multinazionale britannica spiega come intende "limitare le ricadute occupazionali ed economiche" derivanti dalla chiusura del proprio stabilimento di frazione Cinzano, dove attualmente sono occupati 346 dipendenti.

INCENTIVI ALL’ESODO

Vi si indicano quindi le "azioni per la salvaguardia dei livelli occupazionali e gli interventi per la gestione non traumatica dei possibili esuberi", facendo riferimento a un percorso di chiusura "graduale e non traumatico", con l’eventuale ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per un periodo massimo di 12 mesi e comunque non oltre il 30 giugno 2026, data prevista per la chiusura.

La società si dice poi disponibile a prevedere "misure di incentivo all’esodo in favore del personale in esubero", come anche ad agevolare "forme di pensionamento ordinario o di prepensionamento", indicando ali strumenti come "fruibili da circa 30 dipendenti".

IL RICOLLOCAMENTO DEI DIPENDENTI

Sul fronte della ricollocazione l’azienda si propone di "ricercare attivamente e individuare nuove opportunità per singoli dipendenti o gruppi di dipendenti". Questo al proprio interno, in altre sedi del gruppo, sia presso datori di lavoro terzi e/o imprenditori operanti nel territorio di Langhe e Roero e nell’intera regione Piemonte.

In questo senso si intende avvalersi del supporto della Fondazione Industriali della provincia di Cuneo, mentre verrà messo a disposizione, con costi a carico della società, il supporto di primaria società specializzata nei servizi di outplacement.

CESSIONE DELL’AZIENDA

Le prospettive di "cessione dell’azienda o di rami d’azienda a terzi con finalità di continuazione dell’attività e col mantenimento degli attuali livelli occupazionali" vengono indicate come privilegiate, ma si annota che "il gruppo ha già perseguito tale opzione in passato, purtroppo senza esiti positivi".

La società conferma di avere avviato in gennaio un percorso formale per la ricerca di potenziali acquirenti con adeguate caratteristiche di serietà e sostenibilità, col supporto di un advisor specializzato con consolidata esperienza maturata sia in Italia che all’estero.

RICONVERSIONE DEL SITO

La società avvisa infine che prenderà in considerazione, se richiesto, proposte di riconversione del sito ai fini socio culturali a favore del territorio.

I COMMENTI DEI SINDACATI

"Il Piano Sociale è stato presentato nei tempi previsti e una volta di più conferma la volontà dell’azienda di procedere verso la chiusura del sito di Santa Vittoria d’Alba – dicono Antonio Bastardi (Fai Csil), Loredana Sasia (Flai Cgil) e Alberto Battaglino (Uila Uil) –. Confidiamo che sin dai prossimi momenti di confronto che avremo ai tavoli regionali e ministeriali a Roma questo contenitore possa essere riempito con concreti strumenti di contrattazione, come previsto entro il termine di legge del prossimo 25 maggio. Il primo fatto imprescindibile riguarda il reperimento di un nuovo acquirente, per minimizzare l’impatto sociale che potrebbe derivare da questa situazione".

UN ALTRO MARCHIO SE NE VA

Nel frattempo è di ieri la comunicazione, da parte dell’azienda, riguardante la cessione di un altro marchio, ora venduto a un’azienda spagnola. Si tratta del Rum Tacique, prodotto che vale il 2% della produzione di Santa Vittoria d’Alba e che proprio in quello iberico il proprio principale mercato di riferimento.

Secondo le intese strette col gruppo acquirente, Tacique continuerà a essere prodotto nel sito ex Cinzano ancora per qualche tempo, per un massimo di 12 mesi, dopodiché la sua produzione passerà agli spagnoli.  "Parliamo di una produzione che ha un impatto minimo per Santa Vittoria d’Alba – dice Antonio Bastardi, segretario provinciale della Fai Cisl –, visto che pesa per 200mila casse su un panorama di 12 milioni. Ma siamo comunque di fronte a una decisione che una volta di più conferma la volontà di Diageo di dismettere tutto ciò che non rientra più nei propri piani di produzione".

Ezio Massucco

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