Copertina - 26 gennaio 2025, 06:02

Axel Iberti, tre impegni e un desiderio: "Rinsaldare l’amore degli albesi per Vinum e la Fiera del Tartufo"

Designato alla successione di Liliana Allena, traghetterà l’organizzazione del grande evento d’autunno verso l’edizione del centenario: "Questo territorio offre tanto, giusto cercare di restituire qualcosa portando idee, suggerimenti e connessioni utili alle nostre manifestazioni"

Classe 1979, studi in architettura, nato a Canale ma albese da sempre, da tredici anni impegnato a fare crescere quel patrimonio della creatività italiana che grazie agli imprenditori Sandra e Charley Vezza è atterrato in Langa sotto le insegne del gruppo "Italian Radical Design" (da poco vi ha assunto il ruolo di "design curator") e dei suoi storici marchi Gufram, Memphis Milano, Meritalia. "Felicemente sposato" con Giorgia, ("la donna più fantastica del mondo", sottolinea), e padre di due bimbi di 9 e 5 anni, appassionato di sci e bicicletta. Da lunedì 20 gennaio Axel Iberti è il nuovo presidente dell’Ente Fiera di Alba.

Designato da sinistra dopo una campagna elettorale corsa sul centrodestra. La sua nomina ha messo tutti d’accordo, o quasi.

La scelta di Alberto (Gatto, ndr) mi ha sorpreso, ma a lui mi unisce un rapporto di stima reciproca che dura da anni, dalla sua prima consigliatura. Lo stesso vale con numerosi altri esponenti del centrosinistra cittadino, come Fabio Tripaldi, che da sempre è un amico, per dirne uno. Il sindaco ha detto di voler guardare al merito e gli va dato atto di essere stato coraggioso. La sua scelta mi lusinga due volte. La mia era una candidatura civica e che, come detto, su entrambi gli schieramenti coltivo da sempre bellissime amicizie, che esistono e vivono a prescindere da quale maglietta uno può indossare. Conta il bene comune, che vale più delle divisioni. Lo ha ben sottolineato un altro amico, l’ex assessore Emanuele Bolla.

Personalmente come ha accolto questa scelta?

Mi ha fatto molto piacere, non posso negarlo. Come anche l’immediato dialogo aperto con l’assessore Caterina Pasini.

Affianca questo incarico a una professione già impegnativa.

Diciamo che intendo impegnare tutte le mie energie per fare coincidere gli impegni della Fiera con quelli lavorativi e familiari. Come direttore di 'Italian Radical Design' sono spesso in giro per l’Italia. con qualche puntata anche all’estero. Da anni mi occupo di marketing e collaborazioni con artisti, autori e aziende dal respiro nazionale e internazionale, come Maurizio Cattelan, Lavazza, Citroën, Samsung, Moschino, Paul Smith, Andy Warhol Foundation. Spero di poter mettere a disposizione questa esperienza e qualche utile connessione con questo mondo.

Sarà un impegno a titolo gratuito.

Assolutamente sì. E’ un incarico di servizio, un modo di restituire qualcosa. Chi cresce ad Alba e nelle Langhe ha la fortuna di ricevere tanti stimoli, di poter cogliere importanti opportunità di formazione e lavoro. Ecco, io trovo che sia giusto restituire qualcosa al proprio territorio, se uno può. Nel mio piccolo vorrei portare idee, visioni, utili suggerimenti.

Col suo ingresso è stato rinnovato anche il direttivo dell’ente.

Certamente. Con una squadra molto qualificata. Per me è importantissimo poter contare sulla riconferma alla vicepresidenza di Marco Scuderi, fondamentale e prezioso per la sua grande esperienza, come sull’apporto di Michela Delsanto, anche lei designata dall’Associazione Commercianti. Altrettanto fondamentale sarà l’apporto di Luca Sensibile, presidente della Giostra delle Cento Torri, affiancato nel direttivo da Chiara Giacone, per il lavoro incredibile che fa coi borghi e per la sua conoscenza di tutte le dinamiche legate agli eventi del folclore. Indicati come me dal Comune sono Giovanni Saglietti, storico presidente del Circolo Acli del Mussotto, il cui apporto sarà prezioso per tutto ciò che riguarda il mondo del vino, ambito dal quale proviene professionalmente. E altrettanto fondamentale sarà l’apporto di Valeria Pelle, giornalista ed esperta di comunicazione. Questo è il direttivo, ma prima ancora occorre guardare alla squadra di lavoro dell’Ente Fiera: una compagine molto ben affiatata, che da tempo manda avanti l’organizzazione dei grandi eventi albesi. Un gruppo che, sotto la guida sapiente del direttore Stefano Mosca, ha saputo portarli all’ulteriore crescita registrata nell’ultimo decennio.

Perché questa manifestazione è speciale?

C’è la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, ma c’è anche Vinum, la più grande enoteca a cielo aperto d’Italia. Perché sono speciali? Forse perché entrambe mettono al centro ricercate eccellenze agroalimentari, affiancandovi eventi capaci di arricchire questa offerta in termini di contenuti anche culturali. Siamo quello che mangiamo, dicevano Feuerbach e Moleschott. Nutrirsi è cultura, e la cultura è il nutrimento dell’anima. Immagino che il loro successo abbia a che fare con questa connessione.

C’è qualcosa che vorrebbe cambiare, nel programma della Fiera?

Non c’è nulla da cambiare, se non implementare tantissime felici intuizioni che la gestione Allena ha già avuto. Allena aveva già individuato contenuti di ibridazione di assoluto interesse. L’indicazione e il desiderio del sindaco sarebbe quello di implementarli ulteriormente con eventi legati alle arti visive. Intanto si può segmentare maggiormente l’offerta, con proposte rivolte un pubblico che vada dai neofiti all’alta gamma, come anche cercare di innovare ancora la formula con nuove regole di ingaggio e di attrazione.

E se alla Fiera mancano i tartufi?

La Fiera del Tartufo Bianco d’Alba è prima di tutto qualità. Il tartufo è il suo contenuto principe, ma allo stesso tempo è volano di contenuti culturali. Come capita per Vinum, può crescere la quota di proposte culturali legate a temi quali il cambiamento climatico, alla consapevolezza di quanto sia fragile il nostro territorio e con quello l’habitat del Tuber Magnatum Pico. Creare le condizioni di una riscoperta del bosco e di una sua maggiore preservazione aiuta ad aumentare questa consapevolezza e a evitare che un domani si debba constatare di avere perso una simile eccellenza.

Dove sta andando il nostro turismo?

Col presidente dell’Atl Langhe Monferrato Roero Mariano Rabino, l’amministratore delegato Gian Minetti e il direttore Bruno Bertero stanno lavorando egregiamente, su questo fronte, come già fatto prima di loro da Luigi Barbero e Mauro Carbone. La mia convinzione è che su questo territorio abbiamo avuto la fortuna o la bravura, negli ultimi venti o trent’anni, di avere la bussola sott’occhio e capire dove si andava. Ieri come oggi in questo ambito lavorano staff di professionisti che sanno leggere i segnali e li sanno anticipare. Credo che l’obiettivo e l’intenzione di tutti sia quella di ridurre il più possibile il 'mordi e fuggi' e di aumentare le permanenze nelle strutture ricettive del territorio. Questo lo si fa aggiungendo contenuti culturali e proposte di esperienze outdoor: ecco, il tartufo coniuga questi due aspetti in modo eccellente.

Tre obiettivi di mandato.

Non tradire l’«heritage» che ci ha dato Giacomo Morra, primo attore di una Fiera che, alla sua componente nazional-popolare, negli anni è riuscita a evolversi coniugando folclore e alta gamma. Ovviamente non rovinare lo stupendo lavoro fatto dai miei predecessori, a partire dalla felice intuizione che ebbe Alberto Cirio vent’anni fa, quando capì che era giunto il momento di strutturare la manifestazione con la nascita di un ente dedicato, del cui primo consiglio ebbi la fortuna di far parte. Infine creare le condizioni migliori e più favorevoli per coloro i quali avranno onore di festeggiare l’edizione numero 100, visto che io arriverò alla 99. Un obiettivo cui lavorare insieme alle tante imprescindibili anime di questa realtà unica. Quelle già citate, coi Borghi e la Giostra insieme al Centro Nazionale Studi Tartufo del presidente Antonio Degiacomi, alle diverse associazioni di Trifolao, alla Regione Piemonte con l’assessore Marco Gallo, agli sponsor che col loro supporto rendono possibile la manifestazione.

Un errore da non fare.

Ne farò tanti, ma chi non fa… .

Un desiderio e un messaggio da mandare alla città.

Mi piacerebbe riuscire a fare innamorare ancora di più gli albesi di queste due manifestazioni. Vinum e Fiera hanno ricadute importantissime per tutto il territorio in termini di occupazione e lavoro. So che c’è sempre qualche detrattore delle due manifestazioni, per i piccoli e grandi disguidi che provocano. Ecco, a loro chiedo di accettare qualche disagio per il bene di tutti, per il ritorno che il Comune può averne anche in termini di infrastrutture, opere e decoro.

Ezio Massucco

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