Arbitrare è una passione, arbitrare nel calcio perfino qualcosa di più.
Mestiere difficile, da praticare in un ambiente portato alle contestazioni, alla protesta, al preconcetto, dove tutto comincia bene, l’appello negli spogliatoi, l’entrata in campo insieme ai bimbi, le strette di mano con i capitani, il calcio d’inizio e poi, passati pochi minuti, tutto può cambiare: un gol annullato per fuorigioco dubbio, un fallo-non fallo, un’ammonizione data o non data e il clima, anche quello sugli spalti, cambia in un amen.
Ma lui/lei con il fischietto non possono (come temo farei io …) mandare tutti a quel paese con un “allora arbitratevela voi che siete più bravi” e anzi, proprio in quei momenti difficili, un direttore di gara deve saper tirar fuori tutta l’autorevolezza e la calma necessarie per contenere la situazione, e venire a patti con la propria resipiscenza, rimandando semmai i commenti e le analisi sulle decisioni prese, a fine partita.
Ci si può domandare: per intraprendere la carriera di arbitro nel calcio, occorre in qualche modo avere lo start nel DNA famigliare? È una passione che si tramanda di padre in figlio come quella per la pesca o la motocicletta? Quale influenza ci può essere in un esempio vicino?
Chi ha i capelli grigi ricorderà la dinastia siciliana dei Lo Bello, Concetto e Rosario, arbitri in serie A dal 1954 al 1992, l’uno dopo l’altro. Ma anche il pugliese Giovanni Ayroldi ha avuto padre e nonno arbitri, come molti altri in Italia e altrove.
E alla fine può essere che sia come per qualsiasi altro “mestiere”, il macellaio, il falegname, la sarta. C’è chi segue le orme familiari, chi no. Chi rimane nell’ambiente come osservatore (sono coloro che “giudicano” le prestazioni degli arbitri attribuendo loro un punteggio in base al quale procede o non procede la scalata nelle categorie) e chi, dismessa la divisa, lasciato il fischietto in un cassetto, non ci pensa più, anche se l’esperienza gli è servita eccome. Se hai avuto costanza, piglio e fegato per gestire una partita di calcio, hai tenacia piglio e fegato per gestire in qualche modo la tua vita, questo è indubbio.
Abbiamo fatto un’indagine nella nostra zona, e scoperto, grazie all’aiuto della sezione A.I.A Alba/Bra e del suo presidente Fabio Cassella, almeno 7 “dinastie” familiari del nostro territorio, generazioni di fischietti che si susseguono o si contaminano tra fratelli. Eccole in breve:
Paolo e Silvio Berbotto, rispettivamente 7 e 21 anni di tesseramento. Silvio dopo l'esperienza da arbitro passa a fare l'osservatore, prima in regione poi a livello nazionale. Attualmente è sia osservatore alla CON DIL n concomitanza fa parte del Modulo Formazione del Settore Tecnico dal 2023. Paolo, invece, dopo qualche anno come arbitro trova la sua strada come assistente arbitrale e adesso milita in eccellenza. Nel 2023 è stato scelto anche come talent assistente nel progetto UEFA Mentor&Talent.
Giannunzio e Lorenzo Noto, 28 e 5 anni di tesseramento. Gianni grandissimo appassionato continua ancora oggi a dirigere qualche gara come arbitro sia di calcio a 11 che di calcio a 5, oltre ad essere un valido osservatore della Sezione. Lorenzo dopo l'esperienza a livello provinciale ora fa parte come arbitro dell'organico regionale di prima categoria.
Ouria e Mamadou Mara (fratelli), hanno rispettivamente 3 e 8 anni di tessera. Entrambi impegnati sui terreni di gioco come arbitri, lei nelle categorie giovanili, lui a livello regionale in promozione. Entrambi attivi per la sezione come collaboratore e consigliere per la parte social e il corso arbitri.
Edoardo e Roberto Germano, tesserati da 5 e 33 anni. Edoardo dirige gare di juniores nel nostro territorio, mentre Roberto dopo l'esperienza come assistente in serie D diventa osservatore attualmente a disposizione dell'organico regionale, continuando comunque a dare una mano anche alla sezione, divertendosi ad arbitrare o ad accompagnare le giovani leve.
Giovanni, Pietro e Giorgia Scaffidi. Giovanni, il papà, ha 23 anni di esperienza arbitrale. Dopo aver militato per anni a livello regionale, continua ancora oggi a dare il suo grande contributo come osservatore in Sezione, continuando ad arbitrare partite sia di calcio a 11 che di calcio a 5. Dal 2024 fa parte del consiglio direttivo sezionale. Pietro è da 2 anni un giovane arbitro, già arrivato a dirigere la seconda categoria. Giorgia è arbitro-donna, (quindi arbitra o arbitressa chi lo sa?) in eccellenza, inoltre ha fatto parte dei progetti talent UEFA e FIFA e dal 2022 fa parte del consiglio direttivo sezionale.
Giulio e Francesco Castello rispettivamente 25 e 2 anni di tessera. Giulio è arbitro dal 2000, dopo aver arbitrato anche a livello regionale ancora oggi si impegna sui terreni di gioco senza risparmiarsi. Francesco è un giovane arbitro che ha iniziato da poco la sua esperienza, ma la porta avanti con determinazione dirigendo gare del settore giovanile.
Pier Giorgio e Sara Alesso. Il papà Pier Giorgio è uno dei fondatori della sezione A.I.A albese ed è stato arbitro, assistente e poi osservatore in serie D. Ha iniziato la carriera da dirigente nel 2000 diventando Presidente della Sezione e rimanendo per ben 12 anni, poi come Mentor del Settore Tecnico nel progetto UEFA Mentor&Talent per 8 anni, e infine Componente del Comitato Regionale per 4 anni. Dal 2023 è Presidente Onorario della Sezione, oltre che Consigliere Sezionale. Con 50 anni di tesseramento è la memoria storica degli arbitri albesi e cuneesi.
Sara è diventata osservatore nel 2022, ed è stata arbitro a livello regionale. Tesserata da 18 anni, dal 2013 in avanti ha sempre ricoperto qualche ruolo come Consigliere Sezionale, rivestendo anche il ruolo di Vicepresidente nella stagione 2023/2024.
Aggiungiamo a onor di cronaca che la sezione Alba/Bra non si ferma mai. Sabato 18 gennaio si è tenuto il raduno di metà campionato, nella Sala dello Sport "Albino Gallina" di Alba, dove sono stati ospitati per un saluto, il sindaco della città Alberto Gatto e l'Assessore allo sport Davide Tibaldi (vedi foto).
Inoltre il prossimo corso arbitri partirà ad inizio febbraio. Per chi fosse interessato, la formazione è completamente gratuita, aperta a ragazzi e ragazze dai 14 ai 40 anni, e per qualsiasi informazione si può contattare il numero 334 7152877 o scrivere a albabra@aia-figc.it.
Ricordiamolo: il calcio non è il badminton dove si può anche far a meno dell’arbitro. Sarebbe doveroso avere la consapevolezza che come calciatori e allenatori sbagliano, anche gli arbitri possono giudicare diversamente dalle nostre impressioni, e ricordarlo per tutti i 90 minuti di gioco.
Il rispetto, almeno quello, non lasci il posto agli istinti più bassi, di cui purtroppo siamo dotati.
Incoraggiamo i ragazzi. Si tratta di mettersi alla prova in una palestra difficile, dove gli esercizi sono complicati e le attrezzature cigolano un po’. Un buon allenamento alla vita dopotutto.