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Attualità | 27 gennaio 2025, 14:15

Anche il governatore Cirio a Bra per la Giornata della Memoria: “Non dobbiamo dimenticare” [FOTO E VIDEO]

Partecipata cerimonia presso la pietra d’inciampo dedicata ad Adalberto Balog, deportato e trucidato nel campo di concentramento di Auschwitz

Stamane la cerimonia tenuta presso la pietra d’inciampo dedicata ad Adalberto Balog, deportato e trucidato nel campo di concentramento di Auschwitz

Stamane la cerimonia tenuta presso la pietra d’inciampo dedicata ad Adalberto Balog, deportato e trucidato nel campo di concentramento di Auschwitz

Questa mattina, lunedì 27 gennaio 2025, la Città di Bra ha cominciato la Giornata della Memoria, con una prima celebrazione presso la pietra d’inciampo che commemora Adalberto Balog e la sua famiglia, in via Principi di Piemonte, angolo via Audisio.

Oggi è la ricorrenza internazionale in occasione della quale vengono ricordate le vittime dell’Olocausto nella stessa data in cui, nel 1945, i soldati sovietici arrivarono nella città polacca di Auschwitz, scoprendo l’enorme campo di concentramento e sterminio utilizzato nel corso del genocidio nazista.

Alla cerimonia braidese hanno partecipato 6 classi dell’Istituto Professionale Statale “Velso Mucci” e 3 classi del Liceo Statale “G. Giolitti G.B. Gandino", numerosi cittadini e le rappresentanze dell’ANPI Alba/Bra, dei Gruppi Alpini di Bra e Cuneo, dell’Associazione Nazionale Carabinieri e molti componenti del Consiglio comunale della città e della Polizia Locale.

Proprio la consigliera Marina Isu, delegata in materia di educazione alla cittadinanza, insieme alla giovane Loreta Gega, hanno letto brani intensi sulle drammatiche condizioni di vita nei lager, per lasciare poi la parola al sindaco Gianni Fogliato, che ha sottolineato: “Il Giorno della Memoria è una commemorazione che, magari in tempi e forme diverse, è condiviso in tutta Europa. È un momento in cui diventa necessario fare memoria e non dimenticare, per evitare il ripetersi di simili tragedie”.

Presente alla cerimonia il governatore del Piemonte Alberto Cirio, che ha ricordato: “Sono contento di vedere la presenza di tanti studenti, consapevoli che gli avvenimenti di 80 anni fa non sono un film. Quando incontrai Liliana Segre, alcuni anni fa, mi confessò di essere preoccupata che questi fatti venissero dimenticati. Noi abbiamo il dovere proprio di non dimenticare. E mi fa piacere ricordare il ruolo che ebbero le popolazioni delle Langhe e dei nostri territori, quando a proprio rischio ospitarono e nascosero, salvando loro la vita, molte famiglie ebree in quei tragici momenti”.

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Il professor Emanuele Forzinetti, autore di un prezioso libro di ricerca storica intitolato “Ebrei a Bra”, ha poi raccontato le vicende di due famiglie braidesi, la famiglia Mortara e quella di Adalberto Balog, due delle tante che dal 1938 in poi vissero le persecuzioni dovute alle leggi razziali.

In breve dalle parole di Forzinetti: “Adalberto Balog, era figlio di Adolfo Balog e Maria Gruen, ebrei ungheresi, e nacque a Budapest il 26 dicembre 1894. Soldato nell’esercito austro-ungarico nella Grande Guerra, venne fatto prigioniero e inviato al lavoro coatto presso la Burgo di Verzuolo. Finita la guerra rimase nel Cuneese e sposò la cheraschese Maria Asteggiano, da cui ebbe la figlia Anna Maura. A Bra aveva proprio in via Audisio una piccola bottega artigiana e venne sorpreso, nel momento dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni del ’38, dal fatto di non poter dimostrare all’anagrafe né di essere ungherese, né di avere la cittadinanza italiana. Lì però ebbe forse l’ingenuità di dichiararsi ebreo, seppur non lo ricordasse quasi più, e cominciarono i problemi. Rimase comunque a Bra fino alla primavera del 1944, quando fu costretto con la famiglia a rifugiarsi in valle Varaita, a Casteldelfino. Traditi da un delatore, vennero scoperti e imprigionati il 6 agosto 1944, successivamente portati a Fossoli, e infine, inviati nei lager. Adalberto Balog morì il 23 gennaio 1945 nel campo di sterminio di Auschwitz, mentre le due donne sopravvissero, e tornarono a vivere a Bra, senza mai raccontare molto della loro esperienza di deportate". 

"Complessa anche la vicenda della famiglia Mortara, e dei tre figli di un insegnante di matematica del liceo di Bra. Adele, anche lei insegnante alle scuole magistrali di Alba, Guglielmo militare di carriera ed Eriberto, stimato avvocato in città, vennero emarginati e costretti a nascondersi. Aiutati, nel caso della signora Adele dalle suore di Marene, riuscirono per fortuna tutti a salvarsi, grazie anche ad un carabiniere che li avvertì dell’imminente arresto, permettendo loro di fuggire in tempo. L’avvocato Mortara fu successivamente anche vicesindaco di Bra”.

Durante l’evento si è percepita l’attenzione di tutti i presenti, degli studenti e dei cittadini intervenuti.

La città di Bra proseguirà le commemorazioni ufficiali alle ore 18, nella sala del Consiglio Comunale, con un incontro alla presenza del professor Michele Calandri dell’Istituto Storico della Resistenza di Cuneo.

Alle ore 21 nelle sale del cinema Vittoria, in via Cavour 20, verrà proiettato il film 'One Life' di James Hawes.

Silvano Bertaina

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