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Attualità | 19 febbraio 2025, 06:55

Un termovalorizzatore alle porte dell'Alta Langa? Giacchino: "Cos’altro vogliono davvero portare a Cengio su carri ferroviari?"

L'ex sindaco di Camerana sull'ipotesi di un impianto da realizzarsi nel sito ex Acna: "Chiedo all’esperto di rifiuti se ha mai visto un sistema tanto insensato: raccogliere rifiuti urbani con mezzi gommati, trasferirli su carri merci coperti e scaricarli in impianto"

A sinistra Piergiorgio Giacchino, 77 anni, ex sindaco di Camerana

A sinistra Piergiorgio Giacchino, 77 anni, ex sindaco di Camerana

Un termovalorizzatore alle porte dell'Alta Langa? Giacchino: "Cos’altro vogliono davvero portare a Cengio su carri ferroviari?"

L'ex sindaco di Camerana: "Chiedo all’esperto di rifiuti se ha mai visto un sistema tanto insensato: raccogliere rifiuti urbani con mezzi gommati, trasferirli su carri merci coperti e scaricarli in impianto"

L'ipotesi di realizzare un termovalorizzatore in Val Bormida continua ad alimentare il dibattito. A Cengio, un gruppo di cittadini ha lanciato una petizione contro il progetto nelle aree ex Acna, mentre nei comuni piemontesi situati al di là del confine regionale il malcontento sta crescendo rapidamente. Piergiorgio Giacchino, 77 anni, è un veterano dell’amministrazione che ben conosce la storia e le vicende del sito valbormidese.

Sindaco di Camerana per vent’anni, dal 1975 al 95, è stato presidente della Comunità Montana Alta Langa che raggruppa 43 Comuni dal 1989 al 2005. Consigliere a assessore nella giunta della Provincia di Cuneo dal 1995 al 2004, è stato fondatore ed è tuttora presidente dell’Associazione Lavoratori Acna di Cengio, quella del “rischio chimico”, legge di indennizzo considerata ad oggi senza eguali al mondo. Nel momento in cui si stanno accendendo le discussioni sul possibile utilizzo dell’ex sito industriale come termovalorizzatore per rifiuti gli abbiamo rivolto alcune domande.

Viste le scarse reazioni alla delibera della giunta ligure in merito alla individuazione dei cinque siti per la termodistruzione dei rifiuti dell'intera regione, tra tutti Cengio il più papabile, la domanda è: che succede? 

Al momento un’avance, un sondaggio, l'inizio di un gioco delle parti per una intenzione che viene da lontano. In realtà niente di veramente nuovo se non l’eterno tentativo di sfruttamento di una collocazione di confine che ha lucrato vantaggi scandalosi al territorio ligure e generato danni secolari a quelli piemontese, mai finiti.

Il nuovo governatore ligure sembra aver impresso una bella accelerazione…

La storia personale del presidente Bucci parla di una figura operativa, essenziale, pragmatica, per nulla velleitaria. Non ho dubbi che impiegherà poco a prendere atto che il sito ex Acna non è affatto la meraviglia di bonifica che qualcuno narra ma piuttosto un luogo inagibile all'uso come finora inutilmente rappresentato alle istituzioni aventi causa, a questo punto di inevitabile competenza delle Procure di riferimento per gli aspetti che connotano la vicenda. 

Serviranno confronti, come e quando?

Il confronto formale spetta alle Regioni, quello sostanziale riguarda tutti.

C’e stato anche un curioso endorsement, quantomeno come timing, sulla qualità delle acque superficiali del Bormida… 

Non è la prima volta che Arpa Piemonte si pronuncia su questioni attinenti la Valle Bormida. Le caratteristiche delle acque superficiali non rivelano nulla, anzi nascondono, il reale stato dei luoghi e delle emissioni.

In merito, ad oggi, la politica sembra tacere... 

Credo che la scarsità di commenti sia causata dal timore di ritrattazioni e imbarazzi su una materia che è molto tecnica e complessa. Comprensibile, ma il rendez-vous per la politica sarà inevitabile.

Pare che la preferenza del sito di Cengio per il termovalorizzatore regionale ligure sia condizionato dall'essere l'unico dotato di accesso ferroviario… È così

Evidentemente sì, se non anche da una rivelazione degli antichi ideatori del  ReSol che pure vantavano la stessa motivazione. Era il 1992, ed è noto come finì.

È passato tanto tempo; ce lo dica lei come finì?

Progettato e costruito dalla tedesca Lurgi, quell’impianto fu portato a Cengio in tutti i suoi componenti, pagato centoventi miliardi di lire e mai montato, tornò a pezzi da dove era venuto, in fonderia. 

Quale ruolo riveste la ferrovia in questo contesto?

Chiedo all’esperto di rifiuti se ha mai visto in Italia e dintorni rifiuti urbani raccolti giocoforza da mezzi specialistici gommati, trasferirli su carri merci copribili, tradurli e scaricarli all’impianto, un sistema insensato di cui non esiste l’eguale. Dunque la vera domanda è: cos’altro si ha davvero in mente di portare a Cengio su carri ferroviari?

Sembra che ci sia qualche vecchia ruggine con l'assessore Giampedrone. 

Ma no, Giampedrone l'ho incontrato una sola volta nel 2017 insieme all’allora ministro Galletti in merito alla “Valutazione di Impatto Ambientale”, mai richiesta e mai eseguita sui lavori del sito Acna, su cui giaceva una procedura di infrazione comunitaria riesumata dal parlamentare europeo Alberto Cirio.

Come si concluse quella vicenda? 

All'italiana. Inventando, caso unico nella storia, una via postuma, vale a dire come misurare la temperatura a un morto e decretare che è freddo, a temperatura ambiente. Ma, potenza dell’Eni, fu sufficiente a fare archiviare le procedura di infrazione. 

Per tornare all’oggi, nessun possibile dialogo quindi?

Dialogo e confronto sempre, ma la Liguria ha avviato un'azione di forza unilaterale, priva di prospettive e, se mi è consentito, anche un po’ provocatoria. Da semplice cittadino quale oggi sono mi permetto un secondo rispettoso messaggio al presidente Bucci: è davvero sicuro di essere stato messo a conoscenza della reale situazione del sito di interesse nazionale Cengio-Saliceto e della sua fruibilità?.

Quindi, a suo avviso, la valle Bormida può essere tranquilla?

Affatto. Tranquilli mai, pronti sempre. Ma questa è l’occasione perfetta per fare finalmente i conti su tutto una volta per tutte. Confesso che non osavo sperare tanto. 

Redazione

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