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Alba | 23 febbraio 2025, 11:00

Farinél/ Tanti auguri a un grande Farinél del nostro territorio: Bruno Ceretto

Compie 88 anni uno dei più grandi imprenditori del nostro territorio, un personaggio che ha saputo precorrere i tempi rimanendo sempre libero e mai rinunciando alla sua voce fuori dal coro, una voce preziosa che ha contribuito a traghettare Langhe e Roero verso il benessere attuale

Bruno Ceretto

Bruno Ceretto

C’è una cosa che mi ha sempre colpito di Bruno Ceretto. Che a parlare sia il produttore, l’imprenditore o il benefattore, in ogni caso la visione rimane la stessa. Il commendator Ceretto mai parla di passato, nemmeno del presente, la sua mente è sempre proiettata al futuro, ai prossimi 15-20 anni.

In un paese in cui la politica ha come orizzonte i primi 100 giorni, i prossimi sei mesi o la finanziaria che verrà, Bruno Ceretto, 88 anni compiuti ieri, continua a immaginare e disegnare Langa e Roero dei prossimi 15 o 20 anni. Basterebbe questo per fotografare la grandezza di un uomo che ha saputo precorrere i tempi con grandi intuizioni, ma c’è anche molto altro.

Il Blangé, ad esempio, il più puro degli Arneis, nella zona più vocata del Roero Arneis, che non si chiama Roero Arneis, ma che riesce comunque a tirare la volata a tutta la produzione vitivinicola della sinistra Tanaro.

All’inizio erano in tanti a storcere il naso, oggi sono gli stessi che ringraziano perché la fortuna del bianco roerino è da ascrivere in parte importante all’opera di Bruno Ceretto e della sua azienda.

E come non sottolineare la prima cantina di design, la Bricco Rocche, che ha traghettato le cantine delle Langhe negli anni 2000.

Ma anche la cappella del Barolo di Sol LeWitt e David Tremlett, quello che per molti all’inizio era “un pugno in un occhio” oggi è uno dei siti più instagrammati d’Italia. Geniale trasformare una cappella abbandonata in campagna, utilizzata come ricovero per animali o attrezzi in un vero e proprio simbolo della bellezza anche architettonica della Langa. In anni in cui in Langa la bellezza era confinata al paesaggio.

Che dire poi del Piazza Duomo? Da anni tra i migliori 50 ristoranti del mondo. Quando Bruno Ceretto dichiarò di voler mettere la piccola città di Alba al centro dell’enogastronomia mondiale, in molti risero sotto i baffi. Sono gli stessi che oggi sognano un invito a cena nel regno del rivoluzionario chef Enrico Crippa, scovato in Brianza e diventato oggi la stella più luminosa della cucina italiana ed europea.

Anche questa volta avevano ragione i Ceretto e lo scrivo al plurale perché è da sottolineare il ruolo della famiglia che, unita, con i figli, i nipoti e i pronipoti ha festeggiato il proprio patriarca.

L’alter ego di Bruno, la cui presenza aleggia ovunque nella città di Alba e nell’albese è Marcello, il fratello sempre dietro le quinte. Se fossero due pezzi di un puzzle, si incastrerebbero alla perfezione e si completerebbero a vicenda.

Il loro rapporto, in una terra in cui le guerre fratricida guidate dall’interesse sono sempre state all’ordine del giorno, meriterebbe di essere studiato e analizzato, perché Bruno e Marcello sono due capitoli della stessa storia, complementari, senza uno non potrebbe esistere l’altro.

Dopo aver tanto investito e aver creato valore Bruno Ceretto ha fatto quello che in pochi fanno, invece di andare su un’isola caraibica a godersi i frutti di tanto lavoro con qualcuno a fargli aria tutto il giorno, ha deciso di rimanere e di dedicare il proprio tempo alla comunità diventando presidente della Fondazione Ospedale Alba-Bra onlus.

Sotto la sua spinta e quella di Luciano Scalise e Anna Rovera, la Fondazione ha continuato a crescere. L’esempio di Bruno Ceretto è stato seguito da molti altri imprenditori. Il presidente è riuscito a far riavvicinare molto anche Maria Franca Ferrero all’ospedale che porta il nome del marito e del figlio.

La signora Maria Franca Ferrero e il commendator Bruno Ceretto potrebbero tranquillamente curarsi nelle migliori cliniche del mondo, ma hanno deciso di sostenere il nostro ospedale, quello in cui verremo curati tutti noi.

Tutto questo Bruno Ceretto lo ha fatto con il coraggio e la forza di un uomo che combatte ogni giorno contro la malattia, mai piangendosi addosso.

Ci sarebbero altre mille cose da dire e da raccontare, Bruno è anche un personaggio spigoloso, uno che mai le manda a dire e che a volte sa essere molto pungente, spinto dal suo senso del dovere e da un’onestà intellettuale e morale che oggi sono merce sempre più rara. In passato mi sono a volte trovato in disaccordo con lui, ma ne ho sempre apprezzato la purezza e la sincerità che lo hanno sempre contraddistinto.

Ci sarebbero tanti altri grazie da tributare a Bruno Ceretto e tante altre parole da spendere per un personaggio che ha dedicato la propria vita a questo territorio, ma come direbbe lui “Non facciamo troppo spatüss”.

E allora tanti auguri Bruno e ancora tanti di questi compleanni perché questo territorio ha un profondo bisogno di visionari proiettati al futuro che guardino verso l’orizzonte e non solamente alle proprie scarpe.

Marcello Pasquero

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