/ Cronaca

Cronaca | 27 febbraio 2025, 20:10

Non versa allo Stato il contributo per le videolottery: dopo il pignoramento della casa ora il processo per peculato

A saldare il debito con l'Agenzia dei Monopoli ci ha pensato la società concessionaria Netwin che riscuotendo il prelievo erariale dagli esercenti fa da tramite con le casse dello Stato. La presidente della società: "Di quegli 11.800 euro circa tremila spettavano a noi"

Immagine di repertorio

Immagine di repertorio

È stata rinviata a giudizio in tribunale a Cuneo con l’accusa di peculato perché, secondo la Procura, non avrebbe versato all’Agenzia dei Monopoli il prelievo erariale unico (PREU), contributo dovuto per poter mantenere nel suo bar in Valle Gesso le video lottery.  

Come spiegato in aula dalla presidente del consiglio di amministrazione della Newton Italia, società concessionaria per la rete telematica degli apparecchi da gioco lecito con sede a Ravenna, la titolare dell’attività, difesa dall’avvocato Fabrizio Di Vito, non avrebbe versato circa 11.800 euro. 

L’importo, infatti, sarebbe dovuto essere corrisposto all’Agenzia dei Monopoli tramite la concessionaria: “Presso l’esercizio erano state installate due video lottery - ha spiegato la testimone- di cui vengono rilevate le letture. Il gestore della sala è il soggetto incaricato della raccolta dell’incasso e che deve versare al concessionario la somma: viene fatto il conteggio settimanalmente. La somma contiene una quota che il concessionario riversa allo Stato, un canone per l’utilizzo delle videolottery e il corrispettivo che spetta a Netwin”.  

Secondo i calcoli, quindi,  di quegli 11.800 euro, 7.823 euro sarebbero spettati all’Agenzia dei Monopoli come PREU, mentre il resto proprio alla società di Ravenna. 

Stando a quanto riferito dalla testimone, l’imputata, a cui a marzo 2016 erano stati sollecitati due mancati pagamenti, da febbraio a maggio 2016, avrebbe effettuato tramite rate solo sei versamenti regolari, lasciando così un “buco” di quasi dodicimila euro. Poi, alla donna arrivò un decreto ingiuntivo con allegata la risoluzione del contratto: fu infatti Netwin a versare all’agenzia dei Monopoli il PREU.  “Non abbiamo avuto riscontro del pagamento e siamo andati avanti - ha continuato la testimone- È stato pignorato e venduto un bene immobile di proprietà dell’imputato ma non siamo stati rimborsati delle spese sostenute”.  

Di fatto, come sottolineato dalla difesa, lo Stato non avrebbe avuto alcun danno: “Non c’è stata nessuna conseguenza per l’Agenzia dei Monopoli” ha concluso la presidente.

Il novembre prossimo, la discussione del processo.

CharB.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A FEBBRAIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium