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Attualità | 28 febbraio 2025, 18:45

Il giorno dopo di Simone Grazioso: "MasterChef? Una parentesi indelebile, un tatuaggio sul cuore"

A tu per tu con il 36enne impresario albese che ha sfiorato la vittoria nel più famoso cooking-show italiano: "Non mi sentivo all'altezza, ma tutti mi dicevano 'Sei bravo!'". L'amore per la famiglia: "Non potrei vivere senza di loro". Ma anche per le Langhe: "Un territorio fantastico che spero di aver fatto conoscere un po' di più". Il futuro: "Ho tanti progetti, vedremo"

Simone Grazioso (Foto Sky)

Simone Grazioso (Foto Sky)

Il giorno dopo la grande emozione della finale, i quattro concorrenti che si sono dati battaglia per aggiudicarsi i centomila euro in palio, ma anche la possibilità di pubblicare il libro di ricette personali “Pentole e zodiaco”, in uscita l’11 marzo (Baldini+Castoldi) e l'ambitissimo corso di alta formazione all'ALMA, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, si sono ritrovati negli studi milanesi di Sky Italia per la conferenza stampa di chiusura.

La vincitrice Anna Yi Lan, insieme con Jacopo "Jack" Cavenali, Mary Cuzzupè e l'albese Simone Grazioso hanno risposto alle domande dei giornalisti collegati in streaming svelando il percorso che li ha portati all'incredibile passerella finale  di ieri sera (giovedì 27 febbraio) svoltasi di fronte a 1.112.000 spettatori per uno share del 6%, miglior percentuale degli ultimi quattro anni per il cooking show prodotto da Endemol Shine Italy in onda su Sky Uno e Now.

Simone Grazioso non è riuscito a vincere, ma tra i concorrenti nella Master Class è stato sicuramente quello che ha fatto saltare gli schemi: entrato con scarse velleità e poca convinzione da parte del pubblico (forse anche degli stessi giudici), fin dalla prima puntata ha invece dimostrato che con la buona volontà, passione e soprattutto tanta dedizione al lavoro nulla è precluso.

"Meno male che è stata un'esperienza lunga - ci dice il giorno dopo al termine della conferenza stampa - perché sento già la mancanza di MasterChef. In questi mesi ho provato momenti di gioia, di rabbia e anche sconforto, ma dovessi racchiudere il tutto in una parola l'unica che mi viene in mente è "WOW!". Mi porterò dietro anche tanti amici".

36 anni, albese di nascita con origini siciliane, Grazioso non ha mai nascosto il carattere schietto, diretto, che lo ha anche portato a scontrarsi con gli chef Antonino Canavacciuolo, Giorgio Locatelli e Bruno Barbieri. Ma è fatto così e non rinnega nulla di se stesso. Neppure il fatto di essersi definito "un piemontese atipico", frase che nelle primissime fasi del programma gli attirò le antipatie di molti frequentatori dei social: "Nel mio modo di pensare non è contemplato un giudizio sulle altre persone, soprattutto se non le conosco di persona. Quella frase è stata forse interpretata in modo errato da qualcuno: non mi sento né diverso né superiore ai miei conterranei, forse sono solo un po' meno tradizionalista rispetto gli albesi. Ho una passione smodata per i viaggi, questo mi ha aperto la mente. Ma amo profondamente le Langhe".

Un amore per la sua terra che Simone ha riversato nel menù presentato ai giudici per la serata finale: "È stata la mia risposta alle critiche che avevo ricevuto. Un menù fatto con il cuore e dedicato interamente alla mia terra. A livello culinario e vinicolo Alba e le Langhe sono un territorio con tanto da esprimere, noto in tutto il mondo. Spero di aver contribuito un po' a farlo conoscere ancora meglio". 

Ma chi è Simone Grazioso nella vita di tutti i giorni? "Una persona generosa, un gran lavoratore che mette sopra tutto la famiglia. Non potrei stare senza mia moglie Alessia e mia figlia Sabrina. Uno che ha studiato e lavorato allo stesso tempo: fin da adolescente mio papà mi portava con sé sui cantieri". Di mestiere fa l'impresario edile. Accanto al papà, prossimo alla pensione, insieme con un socio e un dipendente: "Papà è la classica persona che non sa stare lontano dal lavoro, figuriamoci dai cantieri. Ce lo teniamo stretto e speriamo continui ancora a lungo a darci una mano". 

Un mondo completamente diverso quello del Simone di tutti i giorni rispetto le cucine stellate che nel corso della trasmissione ha visitato e nelle quali ha avuto il privilegio di cucinare. 

Che cosa lo ha spinto a tentare l'avventura nel cooking show più famoso d'Italia? "Senza dubbio la passione per la cucina, che negli ultimi due anni è aumentata in modo esponenziale. Ci avevo già provato la stagione scorsa a partecipare, ma non mi risposero. Scoprii in seguito che la colpa fu solo mia, perché sbagliai qualche passaggio nella compilazione della domanda. Onestamente stavo per lasciar perdere, ma mia moglie Alessia e tanti amici continuarono a spingermi: 'Ritenta, sei bravo'. Così ho rifatto l'iscrizione e stavolta è arrivata la convocazione. Sono partito con i piedi bene ancorati per terra, non mi sentivo all'altezza del programma: un conto è la passione, un'altra è aver fatto degli studi specifici. Io ne ero completamente digiuno, il vero prototipo dell'aspirante chef che segue solo la passione".

Inutile dire che la grande aspirazione di Simone Grazioso è quella di riuscire un giorno a trasformare la grande passione per la cucina nel mestiere che lo accompagnerà per il resto della vita lavorativa, ma da buon piemontese non fa voli pindarici: "Per me MasterChef è stata una parentesi indelebile, un tatuaggio sul cuore. Spero sia anche un trampolino di lancio per i progetti futuri e per questo sono fermamente intenzionato a scoprire la cucina orientale. Mi piacerebbe andare in Giappone per seguire un corso, perché penso che la fusione tra quelle tradizioni e la cucina piemontese possa portare grandi idee".

Un'unica certezza: "Simone è lo stesso di ieri e sarà lo stesso anche domani, non sono abituato ad essere un personaggio pubblico. Ho tanti progetti, vedremo come si evolveranno e cosa arriverà per davvero".

In bocca al lupo, Simone!

Cesare Mandrile

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