E’ notizia di queste ore l’annuncio della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, al termine di un incontro con i rappresentanti del Dialogo strategico sull’automotive, il tavolo di confronto che riunisce istituzioni, industria e parti sociali della presentazione di un emendamento al regolamento sulle emissioni di CO2 per le auto, introducendo una finestra di conformità più lunga: non più di un anno, ma di tre.
L’obiettivo, nell’immediato, è di concedere ai produttori un margine di manovra più ampio per centrare gli standard ambientali ed evitare sanzioni calcolate in oltre 15 miliardi di euro, ma nel medio periodo tale decisione non potrà che portare ad un cambio di strategia sull’industria automobilistica come auspicato dall’Italia.
“Nel mese di dicembre 2024 – ricorda il consigliere regionale Claudio Sacchetto, presidente della Commissione industria - avevamo audito in Terza Commissione le aziende dell’automotive, che avevano sottolineato come questo passo da parte della Commissione avrebbe segnato un importante punto di partenza per rivedere la politica industriale ed energetica in Europa. Con le regole attuali dal 2025 le case automobilistiche che sforeranno il limite di 94 grammi di CO2/km sulle nuove immatricolazioni rischiano sanzioni pesantissime, in uno scenario con una transizione elettrica rallentata da crisi geopolitiche, colli di bottiglia nelle forniture e una domanda di auto elettriche ancora debole da parte dei consumatori”.
Con la proposta della Commissione, fortemente voluta dal Governo italiano e dal gruppo parlamentare Fdi-Ecr, il meccanismo sanzionatorio verrà diluito su un orizzonte triennale, dando respiro alle aziende.
“L’Europa, grazie all’azione del Governo italiano – conclude Sacchetto – si muove finalmente verso la neutralità tecnologica per gradi ma soprattutto non escludendo a priori tecnologie e filiere industriali in cui l’Europa è all’avanguardia. Con questo nuovo approccio la Commissione si rivolge finalmente con favore al mondo dell’economia e della crescita economica, scongiurando la dipendenza economica e tecnologica da Paesi terzi cui ci avrebbe condannato il Green Deal impostato negli ultimi anni”.