Attualità - 07 marzo 2025, 14:43

Domani a Monforte il canto di libertà dei poeti iraniani

Nella Biblioteca Civica, poesia e musica per scoprire le voci della resistenza letteraria persiana con il poeta e traduttore Francesco Occhetto

L’Iran è il Paese della poesia e delle cupole celesti, dove uomini e donne affidano alla parola e all’arte un messaggio di alto valore estetico e civile. Se oggi si parla spesso di repressione e censura, resta fondamentale ricordare che la grande tradizione poetica persiana continua a essere un canto di libertà.

Nella sua storia recente, pochi autori hanno incarnato questa tensione quanto Forugh Farrokhzad, figura centrale del Novecento letterario iraniano. Con la sua poetica audace, ha infranto i rigidi schemi culturali e religiosi, pagando il prezzo di una vita segnata dall’emarginazione e dalla sofferenza. "La voce, la voce, la voce, è solo la voce che resta", scriveva, lasciando un testamento poetico che ancora oggi risuona con forza.

Per esplorare questa eredità, la Biblioteca Civica di Monforte d’Alba ospiterà domani, sabato 8 marzo alle ore 16.30, un incontro tra poesia e musica dedicato alle voci della letteratura iraniana moderna. La scelta della Giornata internazionale della donna è simbolica: la battaglia di Farrokhzad per la libertà e l’emancipazione femminile è ancora oggi condivisa da molte donne iraniane.

A guidare questo viaggio sarà Francesco Occhetto, traduttore dell’antologia "Poeti iraniani. Dal 1921 a oggi", edita da Mondadori e curata da Faezeh Mardani. Il dialogo con la professoressa Gabriella Benzi permetterà di approfondire il ruolo della poesia come atto di resistenza. Ad accompagnare l’incontro, la musica tradizionale persiana eseguita da Masih Karimi e Farhad Mahani.

"La poesia è la voce della protesta che può esprimere l’ineffabile", scrive il poeta Ziya‘ Movahhed. È un canto che attraversa la storia e continua a illuminare il presente.

redazione