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Politica | 10 marzo 2025, 18:03

"Robaldo, il civico a giorni alterni che ora guarda a destra"

La Nostra Provincia sulle nomine formalizzate oggi dal presidente: "Si dimetta e si ripresenti al voto, questa volta provando per davvero a creare le condizioni per una gestione unitaria dell'ente"

Il palazzo della Provincia

Il palazzo della Provincia

Con una nota il gruppo di centrosinistra La Nostra Provincia commenta le nomine formalizzate oggi dal presidente Luca Robaldo

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In un ente di secondo livello, con poche risorse e costretto a fare i salti mortali per garantire i servizi essenziali, il buon senso imporrebbe di cercare convergenze ampie

Luca Robaldo ha fatto la sua scelta. Colui che fino a due anni e mezzo fa si presentava come civico indipendente ha virato a destra, abbracciando proprio chi lo aveva contrastato nella corsa alla presidenza.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la sua presunta terzietà è definitivamente naufragata. Un presidente votato da tutti gli amministratori di centrosinistra, si piega alla destra perché il vento soffia da quella parte.

Peccato che a noi non importi dove soffia il vento: chiediamo persone competenti, capaci di produrre sintesi tra sensibilità diverse, di lavorare per il territorio, senza giochi di potere e calcoli di convenienza.

Negli ultimi due anni i nostri consiglieri hanno lavorato con serietà e responsabilità. E la vicepresidenza non era un favore, ma un impegno politico preso e mai rispettato. Ora basta: Robaldo non ha saputo coagulare le forze in campo e invece di assumersi le proprie responsabilità prova a negare il fallimento sfornando continue provocazioni come intestarsi le nostre proposte programmatiche che non gli appartengono.

Gioverebbe davvero ritrovare il senso giusto delle cose. Un presidente che per cinque mesi non riesce ad assegnare le deleghe può credibilmente accusare qualcuno di non tenere all’operatività dell’ente? Solo su una cosa ha ragione Luca Robaldo: ai cittadini tutto questo non interessa!

Si presenti nei territori, guardi in faccia chi lo ha votato e oggi si sente tradito e, se ha un minimo di coerenza, tragga le logiche conseguenze: si dimetta e si ripresenti al voto, questa volta provando per davvero a creare le condizioni per una gestione unitaria della provincia.

Giovedì scorso non è stata una bella giornata e non perché la politica sia entrata in Provincia: ci mancherebbe ancora che si demonizzi la politica. Il "modello Cuneo" funzionava proprio perché c’era più politica e non l’unanimismo che si pretende oggi.

La Nostra Provincia

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