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Cronaca | 21 marzo 2025, 12:59

Uccise il padre e l'amico che li ospitava a Montaldo Mondovì: Sacha Chang assolto perché "incapace di intendere e di volere"

Al rientro dalla Camera di consiglio, la Corte d'Assise ha dato lettura del dispositivo. La famiglia: "Finalmente può tornare a casa"

Uccise il padre e l'amico che li ospitava a Montaldo Mondovì: Sacha Chang assolto perché "incapace di intendere e di volere"

Assolto. Questa la sentenza pronunciata questa mattina presso il tribunale di Cuneo. 

Quando la sentenza passerà in giudicato, sarà estradato e potrà tornare in Olanda. E' l’epilogo che ha messo la parola fine al processo a carico di Sacha Williams Chang, il giovane che nell’agosto 2023 uccise a coltellato il padre e l’amico di famiglia che li stava ospitando qualche giorno a Montaldo Mondovì. 

Il ragazzo, presente in aula, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Ha affrontato il suo processo in silenzio, con accanto i suoi difensori e madre e fratello seduti tra il pubblico. 

A chiedere l’assoluzione, in primis, è stata la Procura. Sacha ha la capacità di stare coscientemente in giudizio, ma al momento degli omicidi non era capace di intendere e volere. Quel gesto, tragico e brutale, è lo specchio della sua malattia. Una forma di grave schizofrenia, a cui si accompagnano aspetti allucinatori, visionari e catatonici.

Contro di lui, si erano costituiti i famigliari di Lambertus, l’amico che venne ucciso con sette coltellate alla schiena. Per il loro legale, l’avvocato Stefano Valentini, sarebbe stato il caso di fare una nuova perizia. Oltre a questo, è anche pervenuta la richiesta di risarcimento.
 “Voglio spendere qualche parola su chi è Sacha Chang”. Ha esordito così Luca Borsarelli, difensore del giovane che, come ha detto in sede di processo, “merita di essere curato, non punito”. “Quando ha commesso il fatto - ha specificato - era completamente incapace di intendere e volere. Quel momento era pacifico sintomo della malattia”.  

Al rientro dalla camera di consiglio, la Corte d’Assise ha pronunciato la sentenza. Ad accompagnare l’assoluzione anche le lacrime della famiglia di Sacha che, adesso, possono auspicare realmente al suo ritorno a casa. 

CharB.

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