Ogni anno, il 21 marzo, l’umanità celebra la potenza delle parole nella Giornata Mondiale della Poesia.
Istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale UNESCO nel 1999, la ricorrenza vuole ricordare il prezioso valore dei versi in rima o in prosa per «Riconoscere all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace».
Arriva nello stesso giorno del compleanno di Alda Merini, che quest’anno avrebbe compiuto 94 anni e che ha fatto della sua esistenza pura poesia. Così come Giacomo Leopardi, Emily Dickinson, Federico García Lorca, William Shakespeare, Ugo Foscolo, Gabriele D’Annunzio, Giovanni Pascoli e Dante Alighieri. E poi c’è l’indimenticato Bernardo Negro: a Bra non si può celebrare questa ricorrenza senza i suoi componimenti.
Una delle forme espressive più antiche e più belle utilizzate dall’uomo. Un mezzo, il linguaggio poetico, a cui affidare le emozioni più profonde e più autentiche per comprendere non solo l’esperienza personale, ma anche quella di molti.
Lei, la Poesia, è diventata Patrimonio dell’Umanità, perché parla direttamente al cuore. Bellezza, felicità, gioia, serenità, ma anche tristezza, dolore, delusione, nostalgia e rimpianto, tutto questo è poesia. In concomitanza con l’arrivo della primavera dunque il risveglio della natura si celebra insieme al risveglio delle emozioni e dei sensi attraverso la parola scritta.
L’invito è a leggere, rileggere, regalare e regalarsi libri di poesia.
Poesia
Per me il vagito della Poesia
fu una scoperta, l’infanzia avverata.
Poi nugoli di versi si fecero
rondini e fu un cielo il quaderno
del cuore. Ti incontrai quando i sospiri
mossero altri sguardi sui pensieri.
Fosti Saba, Montale e Quasimodo
negli occhi in balia della bellezza.
Portavo le strade sulle pagine
come fossero semi, e sulle spalle
i giorni del futuro pesavano
le illusioni con accenti e apostrofi.
Tutto era un’ebbrezza senza un’età
da confidare al silenzio mentre
l’amplesso della vita aveva voce.
Fu maturità di sogni a spingere
le stagioni in una corsa di mete
a cui mancava il verso dei miraggi.
Tu da tempo leggi nella nostra Bra
le Città del Mondo che ho sognato,
da Samarcanda a Città Del Capo,
ma sai che un nostro campanile
vale tutti i rintocchi della Terra.
Lo dicono gli anni mentre ingiallisce
il quaderno sgualcito in sessanta
primavere di scrittura: le coppe
di Bartali, i giorni dell’allunaggio,
tutti gli strali di un mondo offeso
senza il miracolo di un vaccino
e noi che lo attendiamo in questa età
che sgorga da quanto fu poesia.
O forse lo è ancora il tremolio
di tutte le Primavere in questa
che intinge la penna in un miraggio.
Opera di Bernardo Negro