Riceviamo e pubblichiamo:
Egr. direttore,
Con riferimento alla ormai nota vicenda relativa al progetto “Le radici della Costituzione” organizzata dall’Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea, rivolto alle scuole e consistente nella piantumazione di 12 gelsi (uno per ogni principio fondamentale della Costituzione), desidero esprimere la mia vicinanza al Sindaco di Valdieri, Guido Giordana, sostenendo la sua posizione laddove egli contesta l’associazione del nome di un partigiano ad ogni principio costituzionale.
Senza voler in alcun modo negare l’impegno profuso da tanti Italiani durante la guerra, occorre soffermarsi sul significato che potrebbe essere attribuito a questa iniziativa, se essa venisse svolta nei modi e nei termini descritti.
Non ritengo, infatti, storicamente e giuridicamente educativo (nel senso letterale del termine) attribuire la paternità dei principi fondamentali della Repubblica a soggetti che non hanno potuto averla.
Un conto, infatti, è attribuire un valore al sacrificio delle persone morte durante il conflitto bellico; altro discorso, invece, è la nascita della Costituzione. Essa è infatti venuta alla luce grazie al contributo di 556 Costituenti, non tutti partigiani. Al Fianco di Sandro Pertini, uno dei Presidenti della Repubblica più amati dagli italiani, hanno partecipato ai lavori personalità legate alle diverse appartenenze politiche quali, per citare alcuni tra i più noti, Luigi Einaudi, Giulio Andreotti, Giorgio La Pira, Alcide De Gasperi ed Aldo Moro.
Attribuire esclusivamente ai partigiani questa grande conquista, su cui si fonda oggi l’intero nostro sistema istituzionale, significa vanificare gli sforzi e le capacità che i nostri padri costituenti seppero profondere, superando le intransigenze legate a convinzioni personali e ideali di partito, al fine di dare vita, per la prima volta nella nostra storia, ad un patrimonio condiviso di principi e diritti fondamentali.
In considerazione delle riflessioni sopra esposte auspico, dunque, che la polemica in corso cessi al più presto, anche in nome di uno dei più importanti principi costituzionali (art. 21): “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Federica Barbero, Consigliere regionale