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Curiosità | 01 aprile 2025, 19:40

Pesce d’aprile, perché facciamo scherzi?

Dall’antico Egitto all’antica Roma, ecco come sarebbe nata l’abitudine di fare scherzi

Pesce di aprile, disegno di Cristina Lioci

Pesce di aprile, disegno di Cristina Lioci

Il 1° aprile vuol dire solo una cosa: pesce d’aprile! In questa giornata, è abitudine fare scherzi agli amici, ai familiari e ai colleghi di lavoro. La pratica più comune è quella di attaccare un pesce di carta sulla schiena di una persona senza che se ne accorga.

Le origini del pesce d’aprile non sono note, anche se sono state proposte diverse teorie. La prima attestazione leggendaria si ha nell’antico Egitto di Cleopatra e Marco Antonio: la regina sfidò il comandante romano a una gara di pesca; questi, per non fare brutta figura, ordinò di attaccare dei pesci finti alla lenza, facendosi però scoprire.

Alcuni studiosi hanno inoltre ipotizzato come origine del pesce d’aprile l’età classica e, in particolare, hanno intravisto alcune possibili comunanze con l’usanza attuale sia nel mito di Proserpina (che dopo essere stata rapita da Plutone viene cercata invano dalla madre, ingannata da una ninfa), sia nella festa pagana dei Veneralia (dedicata a Venere Verticordia e alla Fortuna Virile), che si teneva il 1º aprile.

C’è poi la storia che riguarderebbe il beato Bertrando di San Genesio, patriarca di Aquileia dal 1334 al 1350, il quale avrebbe liberato miracolosamente un Papa che stava soffocando a causa di una spina di pesce in gola; per gratitudine il pontefice avrebbe decretato che ad Aquileia, il 1° aprile, non si mangiasse pesce.

Un’altra teoria tra le più accreditate colloca la nascita della tradizione nella Francia del XVI secolo. In origine, prima dell’adozione del calendario gregoriano nel 1582, in Europa era usanza celebrare il Capodanno tra il 25 marzo e il 1º aprile, occasione in cui venivano scambiati pacchi dono. La riforma di papa Gregorio XIII spostò la festività indietro al 1º gennaio, motivo per cui sembra sia nata la tradizione di consegnare dei pacchi regalo vuoti in corrispondenza del 1º aprile, volendo scherzosamente simboleggiare la festività ormai obsoleta. Il nome che venne dato alla strana usanza fu poisson d’avril, per l’appunto “pesce d’aprile”.

Un’altra ipotesi vede protagonisti i pescatori del passato. In primavera, non trovando pesci sui fondali nei primi giorni di aprile, pare che tornassero in porto a mani vuote e per questo motivo erano oggetto di ilarità e scherno da parte dei compaesani.

Il pesce d’aprile è diffusissimo non solo in Italia, ma anche in Europa. Naturalmente la tradizione cambia a seconda del paese: per esempio in Scozia si chiama “Gowkie Day” (giorno del cucciolo) e le celebrazioni durano due giorni. Durante il secondo giorno, il Taily Day, bisogna attaccare un cartellino con la scritta “calciami”, “kick me” sulla schiena del malcapitato.

In Inghilterra, invece, si festeggia il “Fool’s Day” facendo riferimento ai giullari di corte e in Germania si chiama “Aprilscherz” (scherzo d’aprile). Infine in Portogallo il pesce d’aprile si festeggia con delle sacche di farine da versare ai passanti, mentre in India si celebra il 31 marzo ed è la festa Huli, per accogliere la primavera facendo scherzi al prossimo.

Sono passati alla storia pesci d’aprile architettati ad arte, nei quali era davvero difficile non cascare. Uno è quello divulgato dalla Bbc nel 1957 attraverso un reportage sulla raccolta degli spaghetti in Svizzera. Furono tantissimi i telespettatori che chiamarono per capire come fare a coltivare un albero della pasta nel giardino di casa propria.

In occasione del 1° aprile, persino due colossi dell’abbigliamento sportivo si sono prestati allo scherzo: la collaborazione (decisamente inverosimile) tra Adidas e Nike prevedeva il lancio di una collezione dove i loghi dei due brand fossero uno vicino all’altro; ovviamente il sito che vendeva la collezione è sparito il giorno dopo.

Insomma, la creatività e l’inventiva umana si sono davvero sbizzarrite in tutti questi anni per mettere a punto degli scherzi di pesce d’aprile davvero esilaranti! Chissà cosa dobbiamo aspettarci per quest’anno.

Silvia Gullino

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