Dal bianco brillante al rosa pallido, la fioritura delle magnolie è un’esplosione di colori che regala un vero e proprio spettacolo!
Messaggero della bella stagione, questo magnifico albero adorna con la sua delicata bellezza il giardino del Santuario della Madonna dei Fiori di Bra: quale occasione migliore per non lasciarsi incantare dalla “grande bellezza” della natura che si risveglia e ci ricorda quanto è affascinante il mondo che abitiamo?
Apriamo una parentesi. La magnolia, appartiene alla famiglia delle magnoliaceae, è una pianta originaria del continente asiatico, in particolare del Giappone e del Nord America, luoghi dove ne sono state catalogate circa 80 specie differenti. Il nome le fu assegnato dal botanico francese Charles Plumier (1646-1704, che viaggiò a lungo nel continente americano alla ricerca di nuove specie) in onore al medico botanico francese Pierre Magnol (1638-1715, innovatore dello schema di classificazione botanica), il primo ad introdurre una magnolia in Europa dall’America, per coltivarla nel suo giardino botanico a Montpellier, in Francia.
Nel linguaggio dei fiori, la magnolia è legata all’immagine della bellezza, della perseveranza e della dignità. In base al colore del fiore assume due significati diversi: se i fiori sono bianchi simboleggia la purezza ed il candore mentre se i fiori sono rosa simboleggia il pudore.
Leggende
È oggetto di numerose leggende, ma la più suggestiva è quella sulle “due Magnolie”. Essa narra come la pianta fosse formata da due parti, una esterna, ossia il corpo, e una interna che rappresenta l’anima e il cuore della pianta che un giorno si innamora di un’Azalea gialla cresciutagli di fianco. Non essendo corrisposta, il suo cuore si spezzò in due, staccandosi dal corpo. Si formarono così due alberi: la Magnolia alta e forte e la Magnolia Stellata con i suoi fiori candidi e fragili.
C’è ancora un’antica storia che racconta dell’eroina cinese Hua Mulan, letteralmente “Fiore di Magnolia”. Il poema originale è andato perduto, ma l’origine più probabile è la “Ballata di Mulan”, scritta da Liang Tao nel VI secolo.
Si narra di una ragazza che, travestita da uomo, divenne generale, combatté in guerra con i suoi compagni maschi al posto di suo padre (che era molto malato) e al posto di suo fratello (che era troppo giovane).
In sé, Mulan riunisce i principi di yin e yang, bilanciando la raffinatezza morale con la forza fisica. Tra guerriero e fiore, la ragazza raccoglie gloria grazie alle sue incredibili gesta, ma non rimane nel mondo degli uomini. Dopo 12 anni di lotta contro gli invasori Unni provenienti dal Nord della Cina, torna al suo villaggio natale e riprende la sua vita al femminile. Stupisce i suoi compagni di battaglia che solo allora scoprono che è una donna.
In altre versioni, però, il finale è ben diverso e molto più triste, perché alla bella Mulan, una volta svelata la sua identità, viene imposto dall’imperatore il grande onore di unirsi al suo harem come concubina. Mulan rifiuta e poiché non era possibile rifiutare “quell’onore” imperiale, si suicidò gettandosi sulla sua stessa spada.