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Attualità | 16 aprile 2025, 16:41

Numerose condanne e un'indagine per violenza sessuale anche in Granda: perché Mulas non è "socialmente pericoloso"?

Su di lui non pende nemmeno la dichiarazione di "delinquente abituale". Per i fatti occorsi a Mestre si trova ristretto nel carcere di Gorizia, dove vi è una sezione speciale per gli indagati di reati a sfondo sessuale. E' assistito dal legale Ignazio Ballai

Massimiliano Mulas

Massimiliano Mulas

Massimiliano Mulas, 45enne nato in Germania da madre siciliana e padre sardo, nel 2024 era residente a Cervere. 

E' accusato di aver violentato una undicenne a Mestre. E' stato trasferito dal carcere di Venezia a quello di Gorizia, dove vi è una sezione speciale per gli indagati di reati a sfondo sessuale, delitti questi, ritenuti particolarmente odiosi dal popolo carcerario. 

Su di lui, oltre ad essere pendenti due procedimenti penali presso il palazzo di giustizia di Spoleto, in Umbria, per violazione di domicilio e porto abusivo d’armi, c’è un altro fascicolo in Tribunale ad Asti.

La denuncia presentata riguarderebbe una violenza sessuale ai danni di una giovanissima, avvenuto a Cervere nel novembre 2024. 

Il nome di Mulas, assistito dall’avvocato di Cagliari Ignazio Ballai, risulta essere iscritto nel modello 21, cioè il registro degli indagati. Ma come fatto sapere dal legale, ad oggi nessun atto gli è stato ancora notificato. Oltre a questo, il suo assistito sarebbe stato denunciato anche dalla Polizia ferroviaria di Torino. Ma sia la violenza sessuale di Mestre che quella verosimilmente avvenuta a Cervere, non sarebbero comunque le prime consumate o tentate da parte dell’uomo. 

Perché, allora, si chiede l’opinione pubblica, nessuno l’ha mai dichiarato "socialmente pericoloso"? Perchè la definizione giuridica di socialmente pericoloso, attribuibile al reo dal giudice a fronte di una perizia psichiatrica che lo attesti, fa riferimento ad un soggetto non imputabile o non punibile a cui si applica una misura di sicurezza.  

Un esempio recente, avvenuto nelle nostre aule di giustizia, è stato quello di Sacha Chang, il giovane olandese che nell’agosto 2023 uccise il padre e l'amico di famiglia a Montaldo Mondovì

Il ragazzo, a differenza del 45enne, era stato sottoposto a perizia psichiatrica che, in effetti, aveva rivelato una grave forma di schizofrenia e aveva stabilito la sua incapacità di intendere e volere al momento del duplice omicidio. Attualmente, il 23enne si trova recluso nella REMS di Bra. Alle REMS , letteralmente "residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza", sono destinati agli autori di delitto che vengono considerati “socialmente pericolosi”. E che pertanto non vanno in carcere.

Massimiliano Mulas, diversamente, non risulta, allo stato degli atti, soggetto incapace di stare in giudizio. 

Tanto meno, nelle  condanne riportate, la magistratura ha mai ravvisato la sua incapacità di intendere e volere al momento delle violenze. Mulas sapeva che cosa facendo. Ed è questo il motivo per cui non è mai stato dichiarato socialmente pericoloso. Su di lui, nemmeno pende la dichiarazione di "delinquente abituale". 

L’avvocato Ignazio Ballai assiste l’uomo dal 2019. Come spiegato al nostro giornale, nelle condanne riportate precedentemente a quel tempo, nessuna perizia psichiatrica era mai stata effettuata. Ma nelle numerose condanne occorse nel 1988, poi nel 2002, nel 2006 e l'ultima nel 2022, prima per rapina, poi per due violenze sessuali e, ancora successivamente, per circonvenzione di incapace, i giudici avevano applicato alcune sanzioni accessorie previste dall’art. 609 novese del codice penale. Tra queste, l’unica pena perpetua, quindi che viene mantenuta anche dopo l’espiazione della pena definitiva, è l’interdizione dai pubblici uffici. E in effetti, risulterebbe lo stato di interdizione di Mulas.

Quanto alle altre pene accessorie previste nei confronti di chi si macchia di reati a sfondo sessuale, come nel suo caso, la loro durata non è perpetua. 

Massimiliano Mulas, infatti, oltre al carcere aveva riportato anche il divieto di avvicinarsi a luoghi frequentati abitualmente da minori e il divieto di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con minori. Sanzioni, queste, che però non si protraggono oltre alla fine pena. 

Pertanto Mulas, quando agì a Mestre, lo fece da uomo libero. 

“Io ho deciso di fare l’avvocato - commenta Ballai-. E il mio compito sarà quello di assicurargli un giusto processo”. 
 

CharB.

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