Si è chiuso con la condanna a un anno e due mesi di reclusione il processo in corso in Tribunale a Cuneo nei confronti di E. N. T., cittadino camerunense accusato di avere malmenato alcuni agenti della Polizia Locale dopo che gli venne portata via l’automobile con il carro attrezzi. L’accusa era quella di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
L’episodio avvenne il 13 novembre scorso, quando l’auto dell’uomo, parcheggiata in modo irregolare all’angolo tra via Savigliano e via Cacciatori delle Alpi, venne fatta rimuovere.
Appena aver caricato il veicolo sul carro attrezzi, come spiegato dal conducende di quest'ultimo e dagli agenti della Polizia Locale presenti sul posto, arrivò E.N.T. che, insultandolo e dicendogli di lasciar stare la sua auto, dopo essere salito sul pianale entrò dentro l'abitacolo e mise in moto il veicolo.
Diversa, invece, la versione fornita dall’imputato che, come spiegato al giudice, sarebbe salito in macchina perché, alla richiesta rivolta al conducente del carro attrezzi di poter prendere dall’auto il portafoglio e alcune medicine, questo non gli avrebbe risposto. “Sono salito in auto – ha detto in aula E.N.T. – e poi ho sentito una sirena e ho visto una pistola puntata contro di me. Sono rimasto traumatizzato e istintivamente ho messo in moto”.
Stando invece alle testimonianze degli agenti l’uomo urlò di lasciarlo andare e che avendo un coltello sarebbe finita male.
Uno dei vigili, come spiegato in aula, sarebbe anche salito sul sedile posteriore dell'auto per cercare di convincere il proprietario a scendere, e quello gli aveva dato una gomitata.
E ancora, una volta sceso dal marciapiede, stando alla versione dell’imputato, gli agenti gli sarebbero saltati addosso spaventandolo ancora di più.
Di contro, invece, gli agenti spiegarono che E.D.M., una volta a terra, iniziò a scalciare tanto da ferire alcuni di loro alle ginocchia.