Adesioni comprese tra l’80 e il 90% quelle con le quali tra ieri e oggi, gli addetti della Manitowoc di Niella Tanaro e della Valeo di Mondovì hanno aderito allo sciopero indetto unitariamente da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil a sostegno della vertenza sul rinnovo del contratto nazionale collettivo metalmeccanici industria e impiantistica, da mesi oggetto di una trattativa che vede le parti ancora lontane da una possibile intesa.
Ieri, giovedì 17 aprile, l’astensione dal lavoro ha interessato i 183 lavoratori Manitowoc, mentre oggi a incrociare le braccia è stata una significativa quota dei 382 addetti dello stabilimento Valeo di corso Francia a Mondovì.
Nuove proteste seguiranno nei primi giorni di maggio, col primo appuntamento che toccherà gli impianti della Westport Fuel Systems Italia e di altre aziende del distretto automotive di Cherasco.
"Da otto mesi siamo senza contratto – lamenta il segretario generale della Fiom Cuneo Davide Mollo –. Trovo vergognoso che i datori di lavoro, nelle loro esibizioni pubbliche, siano propensi a dire che bisogna dare maggiore potere d’acquisto ai lavoratori’, sostenerne i redditi, ma all’atto pratico soldi non ne mette nessuno. E’ certificato che gli stipendi in Italia abbiano subito negli ultimi vent’anni una perdita d’acquisto dell’8%, il peggior risultato di tutti i Paesi del G20. Dal canto suo il Governo blatera di tagli alle tasse, mentre i tagli sono ancora quelli di Draghi. Restiamo un Paese di lavoratori sempre più poveri e dai consumi interni che ripiegano. La responsabilità sappiamo dov’è. Uno studio sui bilanci delle aziende del settore metalmeccanico certifica come negli ultimi anni queste abbiano incassato utili medi per il 30% del fatturato, di cui solo una quota banale è stata reinvestita".