Seguono due calendari diversi i cattolici e gli ortodossi (gregoriano e giuliano), perciò solo raramente la Pasqua cade nella stessa domenica. Il 2025 è uno di quegli anni.
E così nella notte tra sabato 19 e domenica 20 aprile anche i braidesi di fede ortodossa hanno celebrato la “Festa delle feste”, riversandosi in processione fino in via Cavour e fare poi rientro nella chiesa di Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto. Tanti fedeli hanno partecipato alla lunga liturgia pasquale, arrivati per pregare e accendere una candela per portare fino a casa la luce che viene dalla risurrezione di Cristo.
Davanti alla vasta platea di popolo, tra cui il sindaco di Bra, Gianni Fogliato, il parroco padre Vasile Doroftei ha sottolineato come la Pasqua comune a cattolici e ortodossi sia davvero una celebrazione sola, un solo momento di festa. Anche se ognuno prega nella sua chiesa, il messaggio è lo stesso: «Cristo risorge ed è gioia per tutti. La sua misericordia è una luce che brilla dentro di noi e nelle cose che facciamo».
Una curiosità. Dopo la Pasqua, per 40 giorni, i fedeli ortodossi anziché ciao o buongiorno, dicono: «Cristo è risorto». La risposta è: «È veramente risorto!».
La Pasqua in una parola
La Pasqua è la festa più importante per i cristiani e significa etimologicamente “passaggio”. Deriva dal greco “pascha”, a sua volta dall’aramaico “pasah” e significa propriamente “passare oltre”.
Per i cristiani è la festa del passaggio dalla morte alla vita con Gesù Cristo. Presso gli ebrei la Pasqua (Pesach) era in origine legata all’attività agricola ed era la festa della raccolta dei primissimi frutti della campagna, a cominciare dal frumento.
In seguito, la Pasqua diventa la celebrazione annuale della liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù d’Egitto, significato che oggi si traduce nella ricerca di una nuova liberazione dalla guerra.
Rara coincidenza
Nel 2025 la Pasqua ortodossa e cattolica si celebrano nello stesso giorno (20 aprile) per la prima volta dopo 11 anni. Si tratta di un fenomeno piuttosto raro, dal momento che le due Chiese utilizzano criteri di conteggio diversi.
Come tutti sanno, la Pasqua è mobile e per i cattolici cade la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera. Per gli ortodossi, invece, la regola è diversa: cade la domenica che segue la prima Luna nuova (non Luna piena) dall’equinozio di primavera, che anche per loro cade il 21 marzo.
Perché allora qualche volta le date coincidono? La risposta è nel calendario. Le Chiese ortodosse usano il calendario giuliano, più antico rispetto a quello gregoriano. Perciò, se per tradizione l’equinozio cade il 21 marzo anche per gli ortodossi, questo non vuol dire che il 21 marzo giuliano corrisponda al 21 marzo gregoriano. Usano lo stesso nome per indicare giorni diversi: il 21 marzo giuliano corrisponde al 3 aprile. Quindi stavolta le due cose coincidono, ma già nel 2026 la Pasqua tornerà a cadere in date separate da 7 giorni (5 e 12 aprile) e nel 2027 ancora da 35 giorni (28 marzo e 2 maggio).