Da 91 anni è «Il gigante della carità». Così papa Pio XI definì San Giuseppe Benedetto Cottolengo durante la canonizzazione avvenuta il 19 marzo 1934. Alla sua morte, il 30 aprile 1842, re Carlo Alberto di Savoia esclamò: «Ho perduto un grande amico».
Non solo a Bra, città natale del Santo, ma anche a Torino è pronta una grande festa il 30 aprile alla Piccola Casa della Divina Provvidenza, culla della cura (del corpo e dello spirito) dei malati, dei poveri e degli ultimi.
Si tratta del primo nucleo della Piccola Casa della Divina Provvidenza che il Cottolengo aprì nell’aprile 1832 nel quartiere Borgo Dora (dove sorge oggi), dopo che fu costretto a chiudere, a causa del colera che dilagava a Torino, l’Ospedaletto della Volta Rossa, che aveva aperto in un’altra zona della città quattro anni prima. Il primo nucleo di un’opera di accoglienza e cura dei poveri che ai tempi non godevano di alcun diritto all’assistenza e che oggi copre una superficie di 112mila metri quadrati, frutto di un carisma che, nella sequela del motto paolino «Charitas Christi urget nos», ha generato sacerdoti, religiose, fratelli consacrati, volontari laici che operano in tutto il mondo.
Nel 2025 la memoria liturgica verte sul tema dell’anno pastorale cottolenghino «La Piccola Casa pellegrina di Speranza», richiamo al Giubileo e al cammino verso il bicentenario dell’ispirazione carismatica donata al Santo Cottolengo, che ricorrerà il 2 settembre 2027.
Novena di preparazione
Dal 21 al 29 aprile nella chiesa della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino (via Cottolengo, 12), tutti i giorni, alle ore 17, è in programma la novena in preparazione alla solennità del 30 aprile. Predicano diversi sacerdoti, che fanno riferimento a realtà legate al Santo Cottolengo o al mondo della cura. Le riflessioni partono dagli Orientamenti Pastorali per il 2024-2025 di padre Carmine Arice. Segue la celebrazione dei Vespri.
In particolare, mercoledì 23 aprile è atteso l’intervento di don Gilberto Garrone, parroco della parrocchia Sant’Andrea a Bra che rifletterà sul tema “Preghiera e speriamo perché la speranza non ha mai deluso nessuno - diceva il Cottolengo - si perché è la preghiera che apre le porte alla speranza” (Orientamenti Pastorali, 6).
Festa a Bra
A Bra questo importante appuntamento di fede si irradierà dalla casa natale del Santo, sull’ala della Rocca, in comunione con le suore cottolenghine della città e del mondo. In programma mercoledì 30 aprile, alle ore 21, la Santa Messa presieduta da monsignor Marco Prastaro, vescovo di Asti, nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo, dove il 4 maggio 1786 venne battezzato il piccolo Giuseppe Agostino Benedetto.
Festa a Torino
Anche Torino è pronta a fare festa. Il 29 aprile, vigilia della festa, sono in programma i primi Vespri alle ore 17.30 nella chiesa grande della Piccola Casa (via Cottolengo 12), presieduti da don Marco Di Matteo, parroco del Duomo di Chieri.
Nella solennità del 30 aprile, le celebrazioni si apriranno alle ore 7 nella chiesa grande della Piccola Casa con la Messa, presieduta da padre Ugo Pozzoli, missionario della Consolata, vicario episcopale per la Vita Consacrata della diocesi di Torino. Alle ore 9 celebrazione eucaristica nella chiesa grande della Piccola Casa per la Scuola Cottolengo, presieduta da don Alessandro Koch, sacerdote cottolenghino; ore 10 celebrazione eucaristica nella chiesa Beato Pier Giorgio Frassati nella Piccola Casa, presieduta da padre Carmine Arice, Padre generale della Piccola Casa; ore 10 celebrazione eucaristica presso la Famiglia Annunziata nella Piccola Casa, presieduta da monsignor Gabriele Mana, vescovo emerito di Biella; ore 10 celebrazione eucaristica presso la cappella dell’Ospedale Cottolengo (via Cottolengo 9), presieduta da don Pasquale Schiavulli, sacerdote cottolenghino; ore 14.30 “Con gioia, il mondo nella Piccola Casa… la Piccola Casa nel mondo” stand culturali nel cortile della Piccola Casa (via Cottolengo 14); ore 16 solenne celebrazione eucaristica, presieduta nella chiesa grande della Piccola Casa dal cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa; dopo la celebrazione, festa di chiusura nel cortile della Piccola Casa.
Pregare, ringraziare e affidarsi è l’essenza di questa festa, che chiama ognuno di noi ad esportare nella vita quotidiana il messaggio che dimorava sulle labbra di San Giuseppe Benedetto Cottolengo e custodito nel cuore di tutti: «Deo Gratias».