Oltre 90 tipologie di vegetazione diverse, un milione di ettari di foreste e più di 80 aree protette che coprono circa il 18% del territorio: il Piemonte si conferma tra le regioni italiane con la più variegata biodiversità, un vero e proprio laboratorio a cielo aperto per politiche ambientali e buone pratiche a tutela della natura.
In occasione della Giornata Mondiale della Terra, il 22 aprile la Regione Piemonte ha promosso il convegno “Custodi della Biodiversità. Il Piemonte per la Terra”, ospitato nella Sala Trasparenza del Grattacielo Piemonte.
L’evento, promosso dall’Assessorato alla Biodiversità, è stato organizzato in collaborazione con l’Accademia di Agricoltura di Torino e con il patrocinio dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali del Piemonte e della Valle d’Aosta.
A fare i saluti istituzionali, l’assessore alla Biodiversità, Marco Gallo, il presidente dell’Accademia di Agricoltura di Torino, Marco Devecchi, il presidente della Federazione interregionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali, Marco Allasia. E poi gli interventi degli esperti Luca Battaglini, Giovanni Bovio, Giampiero Lombardi, Isabella Ballauri e Iolanda Russo.
Ad aprire i lavori, l’assessore alla Biodiversità, Marco Gallo, che ha ribadito il ruolo guida del Piemonte nella protezione della biodiversità: “Il Piemonte è una delle regioni più ricche di biodiversità d’Europa, e la nostra responsabilità è custodire e valorizzare questo patrimonio straordinario. Abbiamo un milione di ettari di boschi, un miliardo di alberi, 52 specie arboree e 42 specie arbustive. La biodiversità non è solo un dato naturalistico: è un capitale ambientale, economico e sociale da difendere con strumenti concreti. Il recente bando da 8 milioni di euro per gli enti locali, il progetto dell’Osservatorio sul cambiamento climatico e le iniziative delle Oasi della biodiversità sono azioni che parlano di futuro, innovazione e collaborazione tra istituzioni e territori”.
Biodiversità da preservare anche attraverso politiche che tengano conto dei cambiamenti climatici. Infatti, come ha illustrato il dirigente della Regione Piemonte, Jacopo Chiara, sono stati messi in campo alcuni interventi in quest’ottica, tra cui la creazione di un Osservatorio dei Cambiamenti Climatici che, con il contributo di meteorologi, climatologi ed esperti di innovazione tecnologica, consente di mettere in campo le risposte più innovative della scienza per mitigare gli effetti del clima malato. Un progetto nel quale sono coinvolti a pieno titolo anche gli amministratori locali.
Le relazioni scientifiche, coordinate dal naturalista e giornalista Luca Giunti, hanno affrontato i diversi aspetti della biodiversità piemontese: dal patrimonio forestale alle praterie montane, dalla zootecnia sostenibile alla gestione delle aree protette, con una riflessione sul paesaggio agrario come bene comune da difendere e trasmettere.
Aspetti che si dimostrano sempre più attuali, nonché sentinelle del benessere fisico e psicologico dell’uomo: sono 20mila le persone che dal 2021 ad oggi si sono trasferite in montagna e nelle aree premortane, prediligendo la natura alla vita in città.
Il convegno si è chiuso con un messaggio chiaro e condiviso: valorizzare la biodiversità non è una scelta, ma una responsabilità collettiva che riguarda tutti, dalle istituzioni ai cittadini.