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Attualità | 22 aprile 2025, 07:01

La tragedia della piccola Anisa: il biolago di Caraglio era sicuro? A maggio, la risposta dei consulenti

Sei i soggetti indagati per la morte della bambina che il 17 luglio 2024 perse la vita annegando nel bacino di frazione Bottonasco durante una gita con l'estate ragazzi della Valle Stura. Il mese prossimo i consulenti nominati dalle parti depositeranno in tribunale le loro relazioni

L'ingresso del Tribunale di Cuneo

L'ingresso del Tribunale di Cuneo

Verranno depositate il 24 maggio prossimo le relazioni tecniche redatte dai consulenti nominati dalla Procura e dalle difese all’esito del sopralluogo al Bioparco Acquaviva di Caraglio avvenuto l’11 novembre scorso, volto alla verifica della struttura e della sicurezza dei luoghi in cui nel pomeriggio del 17 luglio 2024 annegò la piccola Anisa Murati, bambina di sette anni che quel giorno si trovava lì in gita con l’estate ragazzi organizzata dalla parrocchia di Demonte.

Sul posto, oltre al magistrato titolare del fascicolo, il pubblico ministero Alessia Rosati, coi suoi consulenti, erano presenti anche gli ingegneri torinesi Bernardino Chiaia e Stefania Marello insieme a quelli nominati dalle difese degli indagati, sei in tutto.

In quel lago si poteva fare il bagno in sicurezza? Era tutto a norma? Queste le domande a cui le consulenze depositate il prossimo mese dovranno dare una risposta. 

Per il parroco di Demontedon Fabrizio Della Bella, è stato nominato l’ingegnere Raimondo Romanazzi, esperto di sicurezza sui posti di lavoro; per una delle due animatrici, indagate per quanto riguarda la vigilanza sulla bambina, l’ingegnere ambientale Alessandro Cattaneo; ancora, per Roberto Manzi, l'imprenditore che nel 2023 si aggiudicò come unico offerente la gara d’appalto indetta dal Comune di Caraglio per la gestione del bioparco, l’incarico di consulente tecnico è stato affidato all’ingegnere Luca Menardi; infine, per Graziano Viale, responsabile dell’Ufficio Lavori Pubblici del Comune di Caraglio, che si occupò dell’assegnazione tramite gara della gestione dell’area, e per Stefano Ferrari, direttore dei lavori e progettista del bioparco, sono stati nominati rispettivamente l’ingegnere Federico Colacino e l’ingegnere Livio Galfrè.

Dopo la morte della bimba l’area venne sequestrata dalla polizia giudiziaria e il pubblico ministero convalidò l’atto. Nel frattempo, numerosi sono stati gli accertamenti compiuti da Arpa, Spresal e Asl Cn1 con l’intento di verificare lo stato dei luoghi. Al contempo ci si chiede se le acque da cui Anisa non riuscì mai a uscire non fossero torbide e per quella ragione particolarmente insidiose, quindi. O se il telo nero adagiato sul fondale del lago dovesse, in realtà, essere di un altro colore, più chiaro. O, ancora, ci si interroga sulla presenza di una cartellonistica idonea a avvisare l’utenza circa la profondità delle acque, nonché di altri dispositivi di sicurezza

Nel frattempo, le indagini proseguono nel massimo riserbo e il quadro tracciato dalla Procura della Repubblica di Cuneo, ancora, non è completo.

CharB.

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