Per la Omlat, dopo 80 anni di lavoro nel settore metalmeccanico con specializzazione negli elettromandrini per torni, sembrano aprirsi spiragli reali. La storica azienda era stata decretata fallita a novembre 2021, con i creditori che avevano rifiutato la proposta di concordato preventivo che, a detta della proprietà, avrebbe dovuto ripianare debiti risalenti al 2005. E proprio una situazione debitoria protrattasi nel tempo, fino alla crisi del 2019, con la cessione del debito a una finanziaria, sembra essere tra i motivi rilevanti del fallimento.Nel 2022 due aste sono andate deserte, ma alla Omlat di Ceresole d’Alba si sta lavorando grazie all’esercizio provvisorio, e anche bene, grazie alla competenza del personale, alla gestione, ed alle commesse che permettono un impiego costante.
«Tutti fattori che rendono appetibile questa azienda - dichiara Domenico Calabrese, sindacalista FIOM Cigl che segue l’evolversi della situazione da tempo - intorno a cui non manca l’interesse per potenziali compratori che, voci ufficiali, visitano con costanza gli stabilimenti.
Il motivo per cui i tempi di eventuali acquisizioni si allungano è perché bisognerà trovare un nuovo proprietario che accetti i tre elementi cardini, condivisi dall’esercizio provvisorio e da noi sindacalisti: tutela delle risorse umane, mantenimento dei livelli retributivi e presa in carico dell’intero gruppo. Queste le condizioni che devono rimanere. Credo che si possa trovare presto un acquirente perché l’azienda sta andando bene, e rappresenta un ottimo investimento umano ed economico».