Il biodigestore a Borgo San Dalmazzo sarà sostenibile economicamente? Sembra sia questo a contare per decidere sul futuro del progetto di riqualificazione tecnologica dell’impianto di compostaggio esistente nel sito borgarino, che consentirà la produzione di biometano grazie all’inserimento di una sezione di digestione dei rifiuti organici da raccolta differenziata e degli sfalci del verde per 45mila tonnellate annue.
La tematica ambientale al momento pare essere stata accantonata.
Perchè, se è vero che il contributo del PNRR di 12.851.000 euro all'Acsr c'è, non vi è altrettanta sicurezza sul conferimento dei rifiuti organici da parte degli altri tre consorzi provinciali (ACEM - Azienda Consortile Ecologica Monregalese, CSEA – Consorzio Servizi Ecologia e Ambiente, coaBsER - Consorzio Albese Braidese Servizi Rifiuti).
Si sono riuniti nei giorni scorsi per fare il punto sulla situazione senza, di fatto, arrivare al dunque.
Le cifre però parlano chiaro. La spesa attuale che i Consorzi stanno affrontando per il conferimento dell'organico è molto più bassa di quella proposta da Acsr per il progetto biodigestore. Da piano finanziario parliamo di una tariffa di ingresso di 92 euro a tonnellata che potrebbe essere ridotta a 74 euro a tonnellata.
Partiamo dall'Acem, che raggruppa 87 comuni in zona Monregalese. Il presidente Michele Odenato: “L'anno scorso abbiamo fatto la gara pubblica. Conferiamo 4.500 tonnellate l'anno all'impianto privato di Cairo Montenotte (provincia di Savona, ndr) di Iren Ambiente alla cifra di 72 euro a tonnellata, trasporto compreso. Come detto in diverse sedi, siamo interessati a portare i nostri rifiuti a Borgo, a condizione che ci sia la sostenibilità economica. La tariffa deve essere competitiva o almeno allineata alla quota di mercato. Non posso impegnare il mio Consorzio alla cieca senza sapere cosa succederà fra 5 anni”.
Stesso pensiero di Csea, che serve 52 comuni in zona Saluzzese, Saviglianese e Fossanese. Il presidente Fulvio Rubiolo: “Abbiamo appena sottoscritto un appalto triennale attivo dal 2023 e fino al 2025, vinto dall'azienda Bioland srl nell'Alessandrino. Conferiamo il nostro organico a 50 euro a tonnellata. C'è poi una quota riferita al trasporto a 17 euro a tonnellata. Sono due componenti distinte e separate. Ad oggi produciamo circa 10 mila tonnellate di cui 8 mila andranno qui e 2 mila alla San Carlo di Fossano al costo di 67 euro a tonnellata. Una cifra distate da quella proposta per il biodigestore di Borgo”.
Più possibilista il Consorzio Albese Braidese Servizi Rifiuti - che raggruppa 54 comuni. Il presidente Beppe Dacomo: “Fino al 31 dicembre 2022 conferivamo 8 mila tonnellate l'anno tra Acsr e San Carlo di Fossano ad un prezzo medio di 100 euro a tonnellata. Successivamente, abbiamo fatto una gara tramite S.T.R., il nostro gestore unico, e abbiamo ottenuto prezzi decisamente ridotti. A decorrere dal 1° gennaio 2023 e per due anni, conferiremo tutto a Bioland srl al prezzo unitario di 34,64 euro a tonnellata oltre IVA”.
Una cifra nettamente inferiore a quella proposta da Acsr per il biodigestore di Borgo. La più bassa. Eppure, Dacomo ribadisce la sua disponibilità verso l'impianto: “Confermiamo l'accordo quadro già sottoscritto nel 2019 nell'ottica di un'intesa sul territorio provinciale. Parliamo, infatti, di un impianto pubblico, che quindi non sarà soggetto alle flessioni del mercato. Sappiamo tutti che i privati hanno l'obiettivo di fare impresa. È vero, il costo che propongono oggi è più elevato di quello che troviamo sul mercato, ma questo non significa nulla perché in quel piano finanziario è compreso anche l'ammortamento dell'impianto. Dovranno decidere i sindaci del consorzio Acsr, ma noi riteniamo che il biodigestore di Borgo possa essere una opportunità nella nostra rete di impresa per dare ai cittadini, in futuro, dei servizi ad un costo inferiore”.