Buone notizie dall’indagine di previsione per la provincia Granda sul secondo trimestre del 2023 realizzata da Confindustria Cuneo: le 260 imprese associate che vi hanno preso parte esprimono valutazioni in rapido recupero rispetto al dicembre scorso, con marcati miglioramenti nei settori relativi al manifatturiero e un atteggiamento di cauta positività in quelli appannaggio dei servizi.
A darne contezza – nella mattinata di oggi (mercoledì 5 aprile) – il direttore Giuliana Cirio, Elena Angaramo del Centro studi e il presidente Mauro Gola, al suo ultimo appuntamento di questo tipo stante lo scadere del mandato ‘allungato’ di sei anni nel corso del mese prossimo.
“Più che buone le notizie, figlie di un’economia che si muove meglio rispetto alle prime previsioni e nonostante il quadro stabile ma di difficoltà generale – ha detto Gola - , con il livello di inflazione ancora alto”.
“A livello nazionale manca, spesso, la capacità di progettazione e organizzazione, un’ottica ampia che possa agilmente superare lungaggini e ostacoli – ha aggiunto il presidente - . La mancanza di personale formato deriva dal problema della natalità e gli altri paesi del mondo sono il bacino a cui guardare: oltre 700.000 pensioni, ad oggi, sono pagate da manodopera straniera. Abbiamo un ottimo rapporto con le scuole del territorio, ma non è sempre sufficiente; entro il 2032 dobbiamo trovare 1.200.000 lavoratori in più che, semplicemente, non ci sono”.
In generale i dati piemontesi e cuneesi si sono allineati, con aumenti nell’export, i consumi interni in rallentamento, la discesa del ricorso alla cassa integrazione (cig) e l’aumento dell’occupazione. Sul territorio regionale l’indagine ha coinvolto 1.100 aziende.
Il risultato del comparto manifattura
I dati riferiti alle 180 aziende manifatturiere del campione cuneese mostrano una vera e propria inversione di tendenza rispetto agli ultimi trimestri del 2022 con un saldo di produzione che mostra il recupero di oltre 25 punti percentuali: il 27,7% delle aziende prevede un aumento dei livelli produttivi, specie dopo il sentiment di chiarezza che consegue l’approvazione dell’ultima finanziaria. Sugli ordini totali ci si aspetta un saldo in miglioramento del +13,6%.
Si attesta sul 76,6% il tasso di utilizzo di impianti e risorse. Il ricorso alla cig riguarda il 6,9% delle imprese e tornano anche a crescere gli investimenti di un certo impegno (+5,2%). Calano le aziende che segnalano ritardi negli incassi (26,4%) e la media complessiva dei tempi di pagamento, così come gli aumenti sui prezzi (dal 51,2% al 33,9%).
A livello settoriale le attese sono o tornano favorevoli in quasi tutti i comparti (fatta eccezione per la cartaria-grafica).
Il risultato del comparto servizi
Come detto anche dalla Cirio, invece, il mondo dei servizi – che ha coinvolto 80 aziende - dimostra un pessimismo più diffuso: calano i livelli di attività (+4,9%), gli ordinativi (+8,6%) e le vendite all’estero (-3,2%). Rimangono in espansione le prospettive sull’occupazione e la propensione a investire, a fronte di un aumento della richiesta di cig.
Il tasso di utilizzo delle risorse rimane elevato (83,4%), mentre scende al 24,1% la quota di imprese che lamenta ritardi negli incassi. Buone le prospettive del carnet ordini, così come quelle relativamente all’aumento dei prezzi.
A livello settoriale tutti i comparti ravvisano segnali di indebolimento ma il sentimet tra le aziende rimane favorevole.
Gola: "Sei anni straordinari. "
L’occasione della conferenza stampa ha offerto anche l’occasione al presidente Gola di commentare i sei anni di mandato, di prossima scadenza: “Anni straordinari – ha detto - , in cui abbiamo concretizzato il fatto che la vera forza di Confindustria è quella di poter affrontare i tanti momenti di difficoltà guardando al lungo periodo, cercando di prevederli quando possibile e senza mai tralasciare alcuna tematica”.
“Certo, ho e abbiamo anche avuto la fortuna di lavorare con e rappresentare una provincia che può vantare valori economici e comunitari molto importanti, in cui all’imprenditore è ben chiaro che al giorno d’oggi non basta più ‘fare bene il proprio prodotto’ ma corrispondere responsabilità specifiche, anche etiche” ha aggiunto Gola.
Il presidente ha ammesso di avere qualche cruccio (come normale che sia), e che la sua speranza principale è quella di essersi guadagnato il rispetto del territorio attraverso l’impegno a favore della comunità: “Agire da imprenditore e da presidente di un’associazione come questa è completamente diverso – ha detto - , perché richiede di superare l’ottica del profitto ed entrare in quella del servizio. Una volta saliti sul carro, però, bisogna essere buoni passeggeri: smettiamo di pensare che educazione, sensibilità e pazienza non siano più di moda”.
“Lascio, spero, una Confindustria capace non di trainare il settore imprenditoriale ma di elevarlo – ha ancora aggiunto il presidente - . Un’eredità intangibile ma che spero si respiri nella vita associativa”.