Paolo Allemano, assieme all'infermiera Rinalda Lingua, ci ha accolti, ieri mattina, nell'ambulatorio medico della Caritas, dove si dà assistenza sanitaria ai braccianti agricoli. "Siamo aperti due ore il martedì e due il giovedì. Vediamo mediamente 6/7 persone a pomeriggio, per lo più prenotate. Ma capita che arrivi qualcuno all'ultimo", spiegano.
Le patologie più diffuse sono quelle da raffreddamento; poi ci sono i disturbi dentali, le congiuntiviti, i problemi gastrointestinali, per arrivare alle malattie croniche fino ai disturbi psichiatrici, spesso conseguenza delle esperienze vissute, dalla guerra alle traversate del Mediterraneo.
Molti dei braccianti hanno patologie serie: pur in Italia da tempo, alcuni da anni, girano per il Paese seguendo il flusso dei lavori agricoli. Ora sono a Saluzzo per la raccolta della frutta. Oppure, non avendo un contratto regolare, non hanno diritto all'assistenza sanitaria.
Paolo Allemano ha sottolineato come sia difficile, perfino imbarazzante, curare persone che dormono sotto gli alberi, all'addiaccio, buttati sopra i cartoni, come sta succedendo a Saluzzo al parco Gullino.
Ma il problema vero è quello dell'adesione al Protocollo di accoglienza, al quale hanno aderito solo 10 dei 40 comuni che fanno parte del distretto della frutta del Saluzzese.
Dura la posizione sua e della Caritas contro un atteggiamento definito "non onesto" da parte di chi scarica il problema sui comuni vicini. Queste le sue parole, oggetto anche di una lettera inviata alla Prefetta di Cuneo e a tutti i sindaci del distretto