Fenomeni brevi e violentissimi.
Da giorni il Nord Italia è letteralmente flagellato: grandine con chicchi delle dimensioni di palline da tennis, trombe d'aria, bombe d'acqua... strade e scantinati allagati, macchine distrutte, tetti scoperchiati, alberi che cadono come birilli, case danneggiate, campi e coltivazioni devastate.
Basti andare al 6 luglio scorso. In Langhe e Roero si stanno ancora calcolando i danni. A Cortemilia non si è salvato un solo edificio pubblico.
Se i disastri ambientali non sono in alcun modo ripagabili o recuperabili, non a breve termine almeno - basti pensare ai boschi del Cadore . per quanto riguarda i "manufatti umani", i danni, seppur ingenti, sono quantificabili e ripagabili.
Da chi? Il più delle volte dalle assicurazioni.
Dalle auto ai capannoni, dalle abitazioni alle attività agricole e industriali, ci si assicura contro i rischi. Ma una cosa è nettamente cambiata: questi rischi non sono più eventuali. Sono ormai certi. E frequentissimi. Le compagnie assicurative non possono stare a guardare. I sinistri per eventi atmosferici sono più che raddoppiati negli ultimi 12 mesi.
Marco De Carlini, agente per la Vittoria Assicurazioni a Cuneo, conferma come in alcune aree, a partire da Torino, gli adeguamenti dei prezzi ci siano già stati. In Granda non ancora, ma è solo questione di tempo.
"Abbiamo eventi che non sono minimamente paragonabili a quelli di 10 anni fa e le condizioni di polizza sono figlie di calcoli attuariali e di statistiche relativi ad un periodo in cui gli eventi erano di altra portata, sia per frequenza che per intensità. Oggi hanno un'entità e una portata mai viste. Cadono palline da tennis", evidenzia.
Ancora niente di definito, ma le compagnie stanno facendo le loro analisi e ci sarà, nel breve termine, una revisione delle condizioni e delle tariffe per questo tipo di eventi.
"Le compagnie stesse sono impreparate. Stiamo assistendo a fenomeni mai visti. Ci sono edifici con il cappotto termico che sembra mitragliato. E' una fattispecie di danno e di rischio che prima non esisteva, tutto da quantificare e valutare anche in termini di rischi e costi. I danni sono infatti ingentissimi e le assicurazioni stanno pagando migliaia e migliaia di euro. Stessa cosa per le auto. O per le aziende con tetti scoperchiati, macchinari distrutti, capannoni allagati. I premi dovranno essere quotati in modo diverso: aumenteranno le tariffe, le franchigie e gli scoperti. E' inevitabile".
Nel 2023 alcune compagnie hanno già applicato aumenti che variano tra il 7 e il 10%. Con l'ondata di eventi atmosferici estremi delle ultime settimane, ce ne saranno altri. "Assicurarsi resta forse il solo modo per tutelarsi - conclude De Carlini. Già da qualche anno, proprio per agevolare questa direzione, è stata varata una norma che ha eliminato l’imposta fiscale sui premi per le polizze relative agli eventi catastrofali, come alluvioni, terremoti e bombe d'acqua, e introdotto la loro detrazione al 19% ai fini IRPEF. Resta fondamentale, e questa norma lo dimostra, il coinvolgimento della controparte pubblica. La gestione delle calamità naturali può competere solo ad uno Stato".