Dalla Regina Elisabetta II a Charles de Gaulle, dal Re Baldovino del Belgio al Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Non si contano i personaggi che a partire dal Secondo Dopoguerra furono destinatari dei profumati e golosi doni che la capitale delle Langhe tributò loro sì con l’intento di premiare figure dalla caratura e dai meriti internazionali, ma certo anche per attirarsi le attenzioni di un mondo dell’informazione nel quale la televisione muoveva ancora i primi passi, catturando simpatie a una città che, anche grazie a quelle azioni, espressioni di un marketing ai primordi ma efficacissimo, oggi è riconosciuta nel mondo come la capitale mondiale del Tuber Magnatum Pico.
Una prassi che ebbe tra i suoi ideatori e principali propugnatori il "re del tartufo", commendator Roberto Ponzio, figura la cui centralità per la promozione nel mondo del Bianco d’Alba viene oggi ricordata in occasione del centenario dalla nascita, avvenuta nel 1923.
Tra le iniziative organizzate per ricordare questo speciale anniversario, dopo la presentazione del libro curato da Franco Manzone “Roberto Ponzio come il Tartufo Bianco d'Alba conquistò il mondo”, una seconda da poco annunciata dalla famiglia riprende proprio la tradizione del tartufo da omaggiare a una importante personalità internazionale.
La riscoperta di una tradizione andata perduta quindi, caratterizzata però dall’accento che i familiari del commendatore – a partire dal figlio Roberto, noto avvocato, e da Anna Marchesi, che dirige la "galleria dei ricordi" che del commerciante di origini neivesi custodisce i cimeli al civico 26 di via Vittorio Emanuele II ad Alba – hanno voluto mettere sulla cifra che più di altre informò l’agire di quello che in questi termini può dirsi un precursore dell’odierna sostenibilità ambientale.
Se "No alberi, no tartufi" era infatti la massima per mezzo della quale oggi si rammenta l’attenzione di Roberto Ponzio al tema dell’ambiente e della necessità di preservare i boschi dal disboscamento e dall’inquinamento, se vogliamo assicurare un futuro al Bianco d’Alba, con “il tartufo è Alba” Ponzio voleva richiamare la specificità e unicità delle qualità organolettiche che questa varietà di fungo ipogeo presenta quando nasce dalla terra di colline oggi protette dall’Unesco.
Per queste ragioni la scelta del personaggio avverrà a partire da una precisa specificità: "Il destinatario del premio – spiegano infatti Roberto Ponzio e Anna Marchesi – sarà una personalità che abbia dimostrato attenzione alle tematiche ambientali, suggerendo soluzioni per combattere la crisi ecologica. Il nominativo – annunciano – verrà comunicato a fine novembre, in concomitanza della consegna del riconoscimento".
"Mio padre stigmatizzava il disboscamento e metteva in guardia dai rischi dell’inquinamento – spiega l’avvocato Roberto Ponzio –. Sono temi oggi quanto mai attuali, tanto più se parliamo di tartufi. Sono argomenti che da parte mia ritengo doveroso evocare e perpetuare per tramandare il credo di un uomo che tanto si spese per questa causa. Il tartufo di cui faremo omaggio a un’importante personalità internazionale che si sia distinta in campo ambientale – prosegue – sarà rigorosamente proveniente dal territorio, in osservanza alla convinzione di mio padre, che riteneva i 'tuber' del’Albese migliori per caratteristiche e profilo organolettico. Ho da tempo allertato diversi 'trifolao' di tutta la zona di modo che, per fine novembre, sappiano darci un esemplare degno di un’iniziativa che spero richiami al credo di mio padre, convinto che Alba dovesse essere un centro di produzione tartuficolo, e non di mera raccolta di un prodotto di ignota provenienza. Una battaglia a tutela del territorio e dei suoi tartufi, dei trifolao locali e, non ultimo, delle migliaia di avventori che ogni anno vengono su queste colline per gustare i tartufi migliori del mondo".
[Roberto Ponzio e Anna Marchesi nel Museo del Tartufo d'Alba Ponzio]