Ci sarebbero anche Cuneo e Asti, insieme a Torino, Alessandria, Biella, Novara, Vercelli, Verbania e ad altre 96 Procure di tutto il Paese tra gli uffici giudiziari destinatari dell’esposto col quale, a poche ore dalle pubbliche scuse della influencer, il Codacons torna sulla vicenda del pandoro Balocco e della campagna solidale targata Ferragni chiedendo di "aprire indagini sul territorio per la possibile fattispecie di truffa aggravata a danno dei consumatori".
L’annuncio arriva dalla stessa associazione consumatori, nota per il suo attivismo in numerose vicende salite agli onori delle cronache nazionali e che ha assunto una posizione particolarmente netta sul caso della campagna che la fondatrice di The Blonde Salad e di altre riuscite avventure imprenditoriali aveva condotto a favore dell’ospedale "Regina Margherita" di Torino.
“La campagna promozionale invitava ad acquistare un pandoro Balocco-Ferragni e spronava all'acquisto facendo capire che il ricavato della vendita sarebbe andato interamente in beneficenza – si leggerebbe ora nella denuncia, secondo quanto riferito dalla stessa associazione –. Tutti i messaggi veicolati al pubblico per presentare l’iniziativa benefica (il comunicato stampa, una pagina sul sito www.balocco.it con l’indicazione della finalità della partnership, i post e le stories pubblicate dalla Signora Chiara Ferragni), sono stati realizzati associando le vendite del Pandoro griffato Ferragni al reperimento dei fondi utili alla donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, pur nella consapevolezza che la donazione (50mila euro, ndr) era stata fatta mesi prima dell’inizio delle vendite dell’indicato Pandoro".
"Appare evidente e doveroso – prosegue la nota del Codacons – un intervento da parte delle competenti autorità per accertare e in caso sanzionare le pratiche commerciali sopra denunciate in quanto, sulla scia dei sentimenti solidaristici e alla sensibilità verso le cure per poveri bambini bisognosi, sono stati indotti comportamenti commerciali (l'acquisto di un determinato Pandoro limited edition)".
Alla Guardia di Finanza l'associazione presieduta dall'avvocato Carlo Rienzi – ha chiesto "di porre sotto sequestro i conti delle società legate a Chiara Ferragni a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori che hanno acquistato il pandoro griffato, i quali, anche in assenza di scontrino, possono chiedere la restituzione di quanto pagato inviando una mail all’indirizzo info@codacons.it".