Tra influenza, Covid e virus gastrointestinali, anche in provincia di Cuneo sono migliaia le persone a letto. Con numeri che non sono destinati a scendere, anzi. E' proprio tra Natale e Capodanno che ci si aspetta il "doppio picco" di Covid e influenza.
Ma i numeri sono già "pesanti". Lo dicono gli accessi al Pronto Soccorso di Cuneo, cresciuti del 15% dallo scorso 23 dicembre.
"Dai circa 170/180 passaggi al giorno, siamo passati ad oltre 200, fino a 220, negli ultimi giorni. Abbiamo un gran numero di persone con sintomi influenzali, passati dal 6 al 12%. E anche tanti giovani, colpiti dal virus gastroenterico che sta circolando. Nulla di nuovo rispetto agli altri anni. Con le Feste aumentano i contatti sociali. I medici di base si sono fermati per quattro giorni consecutivi. E quindi, chi aveva bisogno, si è rivolto al Pronto Soccorso. Sono invece leggermente calati gli accessi pediatrici. Con la chiusura delle scuole ce lo aspettavamo", spiega il dottor Giuseppe Lauria, direttore della Medicina d'Urgenza ed Emergenza dell'ospedale di Cuneo.
Anche i medici di base non se la passano meglio. Prima dei quattro giorni di stop, da sabato 23 a ieri martedì 26 dicembre, sono stati presi d'assalto. E lo sono stati anche stamattina, come spiega il dottor Luciano Bertolusso, presidente della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale della sezione di Cuneo. "Stamattina ho visitato 40 pazienti. E non credo di riuscire a fare, entro la giornata, tutte le visite domiciliari che ho in agenda", spiega liquindandoci in fretta. "Con la somma di Covid e influenza, siamo al delirio completo".
La conferma arriva anche dal dottor Lorenzo Marino, medico di Borgo San Dalmazzo e segretario della FIMMG provinciale. "Stamattina è stato traumatico il rientro al lavoro. Ce lo aspettavamo, comunque. Voglio sottolineare che quando non ci siamo noi c'è il servizio di guardia medica, al quale si sono rivolti in tantissimi. I colleghi hanno visitato fino ad 80 persone al giorno. Io, tra visite, telefonate, mail e contatti, da stamattina ho già gestito una settantina di persone", spiega.
Quello che sta spaventando è la severità dei sintomi. "Qualcuno, in particolare i pazienti più giovani, lo gestiamo al telefono. Ma, se dopo tre o cinque giorni le cose non migliorano, è necessaria la visita. Senza contare che ci sono anche i pazienti cronici, che non possiamo smettere di seguire".
"Le prossime settimane saranno molto dure - conclude Marino. Il culmine non è ancora arrivato. Il Covid circola ma ha delle complicanze meno preoccupanti rispetto agli anni scorsi, anche per i vaccini; per l'influenza, invece, buona parte della popolazione non è coperta. Se si aggiunge il fatto che non c'è più alcuna misura di contenzione e che questo è un periodo di ritrovi, cene e incontri, è inevitabile che i contagi siano altissimi".