Il 2023 è stato un anno contrassegnato da un forte aumento dei tassi sui mutui. In un Paese dove 8 italiani su 10 vivono in case di proprietà, è facile capire cosa significhi, con l'aumento medio dei mutui del 47%. Chi pagava una rata di 400 euro, si è ritrovato a sostenere un esborso di 600.
Un impatto, per le famiglie, davvero pesante. Con ripercussioni anche sul mercato immobiliare.
A Torino, ma non solo, ci sono state delle persone che, impossibilitate ormai a sostenere le rate del mutuo, hanno consegnato le chiavi della loro casa in banca, per andare ad abitare in affitto. "E' successo davvero. Persone che ci hanno portato le chiavi dicendo di non riuscire più a pagare", ha raccontato Giuseppe Peirotti, presidente della sezione Credito e Finanza di Confindustria Cuneo e direttore della Banca Alpi Marittime di Carrù, che ha filiali anche nel Torinese e in Liguria.
Ed è ancora lui a sottolineare come tra Torino e Cuneo, le due aree che conosce meglio, ci siano grandi differenze. "L'area torinese è andata maggiormente in crisi anche per la concomitanza di altri fattori, tra cui, per qualcuno, la perdita del lavoro o la diminuzione delle ore. Parliamo di famiglie e coppie economicamente più fragili o con contratti precari. Questo, a Cuneo, è successo molto meno, grazie ad un sistema produttivo più stabile e alla buona salute delle aziende. Qui il tasso di disoccupazione e il ricorso alla cassa integrazione sono a livelli bassissimi".
Ma cosa succederà nei prossimi mesi? Peirotti sottolinea come si andrà ad un abbassamento dell'Euribor, che è l'indice di riferimento dei mutui a tasso variabile. "Negli ultimi tre mesi è sceso di 20 centesimi, passando da 4,10 a 3,90. Non è poco. Credo, ma si tratta ormai di previsioni piuttosto attendibili, che si scenderà al 3,5. Si sta andando verso una stabilizzazione, ma non si tornerà ai tassi di tre anni fa".
Crisi del mercato immobiliare? "Per la mia esperienza di direttore della BAM e per quello che sento anche dagli altri colleghi, in provincia di Cuneo, direi di no. Continuiamo ad erogare mutui. E' calato il montante ma non il numero di pezzi. Se fino ad un anno fa la richiesta media era di 150 mila euro, adesso è scesa a 70, 80. Sono scesi anche i prezzi delle case, comunque", spiega ancora Peirotti.
Il ragionamento si allarga. "Le crisi a cui stiamo assistendo sono sociali ancor prima che economiche. Periodicamente assistiamo ad una crisi esogena: ora c'è quella dei mutui, prima c'è stata quella energetica, il caro benzina, il caro spesa. Tutto quedsto evidenzia la fragilità del sistema. La provincia di Cuneo regge e va meno in crisi perché ha ancora una certezza importante: la famiglia. Se un figlio è in difficoltà e non riesce più sostenere le rate del mutuo, spesso interviene la famiglia a supportarlo. Lo abbiamo visto in più occasioni nelle nostre filiali".
C'è poi un altro aspetto che caratterizza la provincia Granda: la penetrazione e la forza delle banche di territorio. "Nelle banche di credito cooperativo ci sono un'attenzione e una valutazione meno massimalizzata, rispetto ai grandi gruppi bancari, delle situazioni e dei singoli casi. Si cerca una soluzione su misura, una moratoria, una riduzione della rata. Essere radicati sul territorio, conoscere personalmente quasi tutti i nostri clienti, porta vantaggio soprattutto a loro, perché trovano in noi flessibilità e attenzione".
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