Agricoltura - 26 gennaio 2024, 15:06

Disciplinari Barolo e Barbaresco, il Consorzio di tutela: "Nessuna ‘bagarre’ sulle modifiche proposte dal Cda, decideranno i produttori"

Tra le variazioni illustrate dal consiglio di amministrazione la revisione dei limiti alle zone di imbottigliamento, l’eliminazione del divieto di impiantare vigneti nei versanti esposti a Nord e l’introduzione delle Mga per il Barbaresco"

Disciplinari Barolo e Barbaresco, il Consorzio di tutela: "Nessuna ‘bagarre’ sulle modifiche proposte dal Cda, decideranno i produttori"

Nei giorni scorsi il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani ha presentato al proprio mondo produttivo alcune proposte di modifica dei disciplinari Barolo e Barbaresco, approvate dal proprio Consiglio di Amministrazione, per sentire le opinioni in merito e confrontarsi con le idee dei produttori, unici titolari collettivi delle decisioni finali sui disciplinari di Barolo e Barbaresco che il Consorzio tutela.

"Su questi punti di modifica – si spiega dal Consorzio con una nota diffusa in giornata – saranno solamente i produttori a prendere una decisione in merito attraverso gli strumenti che la legge dà disponibili ovvero la raccolta firme: 66% della superficie totale dei vigneti oggetto di dichiarazione produttiva e 51% della produzione imbottigliata nell’ultimo biennio".

Di seguito le modifiche dei disciplinari presentate. 

• la limitazione della zona di imbottigliamento per Barolo e Barbaresco (che per legge deve coincidere con la zona di vinificazione).

Questa è una misura, la più urgente, che si rende necessaria proprio per la salvaguardia delle denominazioni, da un punto di vista tecnico e commerciale. I disciplinari essendo stati redatti negli anni ’60 non ponevano limitazioni all’imbottigliamento, come la stragrande maggioranza delle denominazioni Italiane, in quanto era impensabile all’epoca trasportare il vino a lunghe distanze mentre ora tale possibilità è ipoteticamente consentita in tutto il mondo.

Il Consorzio tiene a precisare che questa è l’unica misura caldeggiata, per la sua importanza con connotati di urgenza e necessità.

 

• l’interscambiabilità e reciprocità tra le due zone – Barolo e Barbaresco – per la vinificazione e imbottigliamento.

La modifica, qualora venisse approvata, consentirebbe di poter vinificare e imbottigliare il Barolo nell’area di produzione del Barbaresco e nell’area di produzione del Barbaresco di poter vinificare e imbottigliare il Barolo, con l’esclusione dei territori siti nella parte sinistra del fiume Tanaro.

Si precisa che la zona di produzione delle uve rimane invariata per le due denominazioni, come prevista dal 1966.

• L’eliminazione del divieto di impiantare vigneti di Nebbiolo atti a Barolo o Barbaresco nei versanti collinari esposti al Nord.

In funzione delle condizioni climatiche che stiamo sperimentando e per fronteggiarne gli effetti, si è proposta questa modifica così da iniziare a ipotizzare soluzioni e adattamenti a problematiche che sono sotto l’occhio di tutti. Si precisa che la superficie vitata di Barolo e Barbaresco è attualmente contingentata da bandi che regolano l’iscrizione alla denominazione e pertanto l’eventuale eliminazione dell’esclusione del versante Nord non implicherà in nessun modo l’aumento di tale superficie, ma fornirà solamente una possibilità agronomica in più per i produttori.

• Aggiunta delle menzioni comunali per la denominazione Barbaresco. La denominazione Barbaresco non prevede, a differenza del Barolo, tale possibilità e di conseguenza si chiederà di poterla introdurre così come lo è già per il Barolo;

• Consentire l’utilizzo di grandi formati (superiori ai 6 litri).

Attualmente è consentito l’utilizzo di formati superiori ai 6 litri solo per scopi promozionali, attraverso autorizzazione ministeriale e con esenzione di contrassegno e solo per cessione gratuita. La modifica permetterebbe ai produttori di utilizzare formati di capacità superiore e sino a 18 litri anche per la vendita, come avviene già per i vini confezionati in recipienti fino ai 6 litri.

[Il presidente del Consorzio Barolo Barbaresco Matteo Ascheri]

Redazione

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