Stamattina, al teatro Toselli di Cuneo, di fronte a tante autorità civili e militari, dal prefetto alla sindaca della città, è stato inaugurato l’Anno Accademico 2023/2024 dell’Università di Torino.
UniTo per la prima volta lo ha fatto in una sede diversa da quella principale, scegliendo Cuneo, il più grande Campus dell’Università dopo quello torinese, con ben undici corsi di laurea e una scuola di specializzazione.
E' stata anche l'occasione per il lancio del logo ufficiale degli eventi che accompagneranno i 620 anni del terzo ateneo d'Italia, con quasi 85 mila iscritti. Tante le iniziative previste, tra le quali uno spettacolo teatrale su Erasmo da Rotterdam, che si laureò da Torino nel 1504; delle mostre che consentiranno di conoscere l'immenso archivio storico dell'istituzione e, infine, l'inserimento, nel cortile del rettorato, dominato da busti maschili, di figure di donne, tramite proiezioni e ologrammi, che hanno frequentato l'ateneo torinese riuscendo, con la loro cultura e il loro sapere, a dare un contributo all'umanità. Tra queste, Rita Levi Montalcini.
La mattinata si è aperta con l'intervento della sindaca Patrizia Manassero, orgogliosa di ospitare la cerimonia, segno di un rapporto, quello tra le due sedi, che ha superato i vent'anni e che si è rinnovato per altri venti.
A Cuneo studiano ben 1.700 studenti, ha sottolineato la sindaca, una comunità alla quale è necessario dare risposte e accoglienza anche dal punto di vista abitativo. "Stiamo lavorando per ristrutturare 132 unità abitative, di cui una parte sarà destinata agli studenti. La città ha bisogno anche di collegamenti ferrioviari efficienti, che adesso non ci sono.
L'università è benefica sia per l'economia che per la vita culturale della città. Cuneo deve ambire a diventare una città universitaria a tutto tondo".
E' poi toccato a Stefano Geuna, il Magnifico Rettore, parlare del futuro dell'università di Torino, senza mai dimenticare le sue radici. Territorio, radici e internazionalità, in chiave di sostenibilità e inclusione: questa la direzione che sempre più sta caratterizzando l'ateneo torinese, nel quale la sede di Cuneo potrà avere un ruolo sempre più importante.
"Quella di Cuneo è una scommessa vinta: spostare un pezzo dell'università in un altro territorio. Ma non per creare doppioni, bensì per costruire dei corsi che a Torino non ci sono, diventando appetibili per studenti da altre province e regioni, perché offrono qualcosa che da altre parti non c’è", ha detto Geuna.
Geuna ha fatto un cenno anche alla vicenda delle molestie all'università, di cui si parla da settimane. "Le voci di protesta delle studentesse saranno ascolate e saranno di stimolo a cambiare. Rivedremo i regolamenti etici e predisporremo nuovi strumenti di difesa, per provare a creare un ambiente dove queste cose non capitino più. Da parte mia l'augurio che l’anno accademico sia ricco di scienza ma anche di benessere e felicità. Auguro a tutti un meraviglioso anno accademico 2023/2024".
Andrea Silvestri, direttore generale dell'Ateneo, cuneese doc, ha infine ringraziato gli oltre cinque mila dipendenti dell'università, i 149 edifici collegati da 13 mila chilometri di fibra e i 2,7 milioni di libri in 22 biblioteche. "Abbiamo un bilancio solido e un tasso di indebitamento basso. In questi anni difficili non abbiamo rallentato ma accelerato gli investimenti in tecnologia. Non dimostriamo i 620 anni che abbiamo alle spalle".