Lo sfruttamento e i maltrattamenti degli stagionali nei vigneti di Barolo e Barbaresco sono stati al centro di un'inchiesta di Al Jazeera, la rete che ha sede in Qatar.
In un articolo dal titolo "Migrant workers exploited, abused in Italy’s prized fine wine vineyards" (Lavoratori migranti sfruttati e maltrattati nei famosi vigneti italiani di vino pregiato), attraverso la storia di Sajo, un 36enne del Gambia, vengono denunciate condizioni di sfruttamento e di disumanità.
"'Anduma' nel dialetto piemontese significa 'Andiamo" e Sajo, un 36enne del Gambia, lo sentiva costantemente mentre lavorava nei turni di 12 ore nei vigneti, con la pioggia o con il sole, fine settimana inclusi, per un prezzo da 3 a 4 euro l'ora", si legge nell'incipit del pezzo.
Sajo racconta anche del suo accampamento, sulla riva del Tanaro senza servizi igienici, né elettricità. "Quando non potevamo permetterci l’acqua in bottiglia, usavamo l’acqua fangosa del fiume per lavarsi e cucinare. È stato il momento più difficile da quando ho lasciato il Gambia", ha detto. “Non riuscivo nemmeno a ricaricare il telefono. Non potevo chiamare casa".
Il Consorzio di Tutela del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, che in questi giorni vede i suoi vertici a New York per il Barolo & Barbaresco World Opening è una delle realtà che da più tempo si sta occupando della tematica. "È un problema etico di cui ci preoccupiamo da quattro anni ed è un problema collettivo. Abbiamo coinvolto le cantine, le istituzioni e con progetti concreti come promuovere Accademia della vigna, un' Academy a impatto sociale, sostenuta e promossa da diverse cantine che hanno aderito. Una struttura nata per la formazione e l'inserimento diretto nelle aziende. Del fenomeno ne stiamo parlando pubblicamente a tutti i livelli, basti pensare al convegno Changes 2023 che riguardava questa tematica: Etica e manodopera nella vigna".
L'elenco delle iniziative per contrastare il fenomeno è vasto: "Un protocollo di intesa con Confcooperative e le principali organizzazioni sindacali agricole per agevolare l’accoglienza dei migranti, una White list a tutte le cantine dei soggetti virtuosi (creata in collaborazione con Confcooperative e pubblica sul sito). Il coinvolgimento di tutte le istituzioni per creare una cooperativa territoriale. Stiamo inoltre per firmare un protocollo con la Prefettura, i Comuni ed enti territoriali per prevenire i fenomeni di caporalato".