Sono state tra le prime a salire sul palco del primo Maggio, in piazza Virginio a Cuneo. Due lavoratrici della Giordano Vini, Enza De Lucia e Marisol D'Amico, tra i 20 lavoratori del comparto vendita che dal 24 aprile sono senza lavoro, licenziati con decorrenza immediata. Altrettanti dell'area produzione, se vorranno continuare a lavorare, dovranno trasferirsi a Verona.
Lunedì, come comunica Loredana Sasia della Flai Cgil, è previsto un incontro in Confindustria per affrontare la vertenza, ma sarà coinvolto tutto il territorio, dal presidente della Regione alla Prefettura ai sindaci dei territori coinvolti, perché si affronti anche il ricollocamento di chi è rimasto senza lavoro.
Queste le parole di Enza De Lucia, a nome dei colleghi presenti in piazza: Oggi è il 1° maggio festa dei lavoratori, noi lavoratrici e lavoratori di Giordano Vini abbiamo poco da festeggiare! Non abbiamo più un lavoro! Meno di una settimana fa è stato comunicato che tutto il reparto vendita della Giordano Vini verrà esternalizzato e le lavoratrici e i lavoratori della produzione di IWB ITALIA subiranno un licenziamento mascherato venendo trasferiti a Verona, per un totali di 45 dipendenti.
Entrambe le aziende fanno parte del più grande gruppo vitivinicolo italiano, ITALIAN WINE BRANDS S.p.A, realtà quotata alla borsa di Milano
Negli ultimi 10 anni la Giordano Vini a villa Talloria è passata da 500 a 50 dipendenti, una riorganizzazione dopo l’altra con continue delocalizzazioni a favore del profitto, svuotando così un pezzo alla volta il sito produttivo presente in provincia di Cuneo. Un fatturato che ha continuato a crescere nel gruppo Italian Wine Brands. Spa., sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori.
Lavoratrici e lavoratori multilingue, che hanno contribuito ad espandere l'attività commerciale all’estero, che durante la pandemia sono stati definiti indispensabili; periodo in cui non abbiamo smesso un solo giorno di lavorare, ricavando una zona ufficio nelle nostre abitazioni, permettendo così all’azienda di continuare a far crescere il proprio fatturato. E ora ci ripagano come?
Marisol D'Amico ha continuato: Il logo della Giordano recita "Buon vino, buona vita". In situazioni come queste sarebbe bastato il buon gusto".
A noi cosa succederà? Lavoratrici e lavoratori monoreddito, con carichi familiari, con contratti part time, ancora lontani dall’età pensionabile ma non sufficientemente giovani per sperare in un ricollocamento dignitoso. Come potremo continuare a provvedere alle nostre famiglie? A sostenere le spese fatte anche in virtù di una promessa di sicurezza del lavoro che non è stata mantenuta? Come pagheremo i mutui per le case che oggi non possiamo più permetterci perché non abbiamo più un lavoro?
"Questo è si un primo maggio amaro, ma soprattutto un primo maggio di lotta: non lasceremo nulla di intentato".