Schegge di Luce - 19 maggio 2024, 09:03

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di don Antonio Dellagiulia

Commento al Vangelo di domenica 19 maggio, solennità di Pentecoste

La Pentecoste di Tiziano Vecellio, Basilica di Santa Maria della Salute, a Venezia

La Pentecoste di Tiziano Vecellio, Basilica di Santa Maria della Salute, a Venezia

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà» (Gv 15,26-27; 16,12-15).

 Oggi, 19 maggio la Chiesa celebra la solennità dell’Ascensione del Signore (Anno B, colore liturgico bianco).

A commentare il Vangelo della Santa Messa è don Antonio Dellagiulia, Decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione e professore di psicologia dello sviluppo, presso l’Università Pontificia, a Roma.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

La solennità che celebriamo oggi, a cinquanta giorni dalla resurrezione di Gesù, rappresenta il compimento del suo mistero pasquale. Dopo la resurrezione e le apparizioni ai suoi discepoli, Gesù sale al Padre (Ascensione), ma non ci lascia soli, continua ad essere presente ed agire nella storia tramite il suo Spirito.

Nel giorno di Pentecoste siamo chiamati a riflettere sull’azione dello Spirito in noi. Ce lo dice Gesù stesso nel Vangelo: lo Spirito ci guida alla verità di Dio, rende viva in noi la Parola di Gesù, ci ricorda quanto Gesù ha annunciato.

Credo che proprio l’etimologia del verbo “ri-cordare” esprima bene l’azione dello Spirito in noi: “portare al cuore”, rende viva per noi oggi la parola di Gesù. Se ci apriamo all’azione dello Spirito sperimenteremo l’attualità dei suoi insegnamenti per la nostra quotidianità, ne coglieremo la sua perenne novità. Quella parola, pronunciata da Gesù nella Palestina di duemila anni fa, conservata come un tesoro prezioso dalle prime comunità dei seguaci di Gesù e codificata nei Vangeli continua a parlare e illuminare ogni uomo che l’ascolta con fede.

Lo Spirito del Signore Gesù non lo vediamo, ma riusciamo a cogliere i frutti del suo agire nel nostro cuore: quando sperimentiamo amore, gioia, pace, comprensione, cordialità, bontà, fedeltà, mansuetudine, dominio di sé (Gal, 5, 22-23), stiamo lasciando spazio all’azione dello Spirito in noi. Guardare a quanto abita nel nostro cuore è il modo per comprendere se siamo aperti all’azione dello Spirito.

Facciamo nostra e ripetiamo in questa giornata la preghiera di San Tommaso allo Spirito Santo: «Vieni, o Spirito Santo, dentro di me, nel mio cuore e nella mia intelligenza. Accordami la Tua intelligenza, perché io possa conoscere il Padre nel meditare la parola del Vangelo. Accordami il Tuo amore, perché anche quest’oggi, esortato dalla Tua parola, Ti cerchi nei fatti e nelle persone che ho incontrato. Accordami la Tua sapienza, perché io sappia rivivere e giudicare, alla luce della tua parola, quello che oggi ho vissuto. Accordami la perseveranza, perché io con pazienza penetri il messaggio di Dio nel Vangelo».

Silvia Gullino

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