Attualità - 05 luglio 2024, 17:43

Ma quanto vale davvero la Fiera del Tartufo? Dall'evento albese un impatto sull’economia provinciale pari a 42 milioni di euro

Secondo uno studio l’edizione 2023 ha moltiplicato per 55 i 760mila euro di contributi pubblici e privati concessi all'Ente Fiera. Ne sono tornati 4,3 milioni di spesa in alloggi, poco di meno in incassi per bar e ristoranti, 8 milioni in prodotti enogastronomici

Il ministro Crosetto inaugura l'edizione 2023 della Fiera (foto Daniele Caponnetto)

Il ministro Crosetto inaugura l'edizione 2023 della Fiera (foto Daniele Caponnetto)

Un moltiplicatore pari a 55. Una leva capace di trasformare 760mila euro di contributi pubblici e privati in un ritorno per il territorio pari a 42,2 milioni

Questo è quanto rappresenta la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba in termini di ricadute sull’economia della provincia. A certificarlo uno studio illustrato ieri a Roddi, durante l’incontro di presentazione dell’edizione 2024 del grande evento dell’autunno albese.  

A realizzare l’indagine l’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte con la collaborazione di Formules Srl, società specializzata nelle valutazioni d’impatto. Attraverso la somministrazione di 1.757 questionari (1.290 on site e gli altri on line), giudicati rappresentativi degli 89mila visitatori dell’evento, è stato così realizzato un approfondimento che, a partire dai dati dell’edizione 2023, consente a stakeholder pubblici e privati di valutare la bontà delle strategie messe e in campo per l’organizzazione di quella che rappresenta una delle principali manifestazioni turistiche del Piemonte e il ritorno degli investimenti effettuati per l’organizzazione della stessa, così da programmare le strategie con le quali guardare al futuro nel modo più opportuno. 

Scorrendo la ricerca si scopre così che i visitatori della Fiera albese si possono ricomprendere per la più parte nella categoria degli "medium spending", e che la spesa minima giornaliera di questa categoria è 84 euro (spesa degli escursionisti nazionali, che rappresentano complessivamente il 44% del campione), mentre la spesa massima della categoria supera comunque i 350 euro giornalieri

Gli "alto spendenti" sono un quinto del totale, perlopiù formati da turisti internazionali e da escursionisti nazionali. La loro spesa minima giornaliera ammonta a 185 euro, di cui almeno 76 vanno nell’acquisto di prodotti enogastronomici. La spesa massima supera invece i 500 euro giornalieri, e appartiene ai turisti nazionali, che però si fermano mediamente almeno un giorno in meno degli internazionali, che superano comunque i 450 euro di spesa al giorno.

La spesa dei visitatori nazionali supera mediamente quella degli internazionali sull’acquisto di prodotti enogastronomici e su carburante e parcheggi (la maggioranza sono escursionisti).

La durata media del soggiorno dei turisti internazionali è invece doppia rispetto a quella dei nazionali: 4 notti contro le 2 dei secondi, con le ovvie conseguenze in termini di spesa per il pernottamento.

La Fiera albese – si evince ancora dallo studio –, è così capace di generare una spesa diretta estremamente alta, pari a 18.889.353 euro, mentre ammonta a 1.192.152 euro la spesa diretta degli organizzatori.

Dei primi, pari a 4,3 milioni di euro è la spesa in alloggi, 3,7 milioni quella in bar e ristoranti, 8 milioni quella in prodotti enogastronomici, 2,2 milioni quella per parcheggi e carburante, 467mila euro quella in biglietti.

Il totale di 18 milioni è ascrivibile per due terzi (12,5 milioni) a visitatori nazionali, per i restanti 6 milioni a internazionali.  

Valori che diventano 42.282.603 euro se si guarda all’impatto complessivo della manifestazione sull’economia della provincia, di cui 2 milioni circa imputabili all’organizzazione dell’evento stesso.

Da qui il coefficiente del 55,53 di ritorno totale sull’investimento effettuato a partire da 761.500 euro di contributi in parte pubblici (299.500 euro; moltiplicatore 141,18) e per la parte restante privati (462.000 euro, moltiplicatore 91,52). 

Un identico effetto moltiplicatore avrebbero anche gli investimenti in promozione e pubblicità sui media. Tra maggio e dicembre 2023 si sono contati 263 articoli che hanno parlato dell’evento e 345 articoli che hanno invece citato il tartufo bianco come “Tartufo d’Alba”, cui si aggiungono oltre 30 articoli pubblicati in 15 Paesi esteri, 7 trasmissioni radiofoniche estere e 3 servizi televisivi mandati in onda in 5 Paesi diversi.

Il calcolo dell’"advertising value equivalent", stimato confrontando i valori medi dei listini pubblicitari italiani e internazionali e applicando i necessari parametri integrativi, ha così permesso di attribuire alla copertura media della manifestazione un valore economico stimato in 3.654.000, una cifra pari a 26 volte il budget di promozione e comunicazione (138.608 euro) investito dall’Ente Ente e di 78 volte la spesa per l’acquisto di spazi pubblicitari (46.905 euro) sostenuta dalla stessa.

Risultati che sul palco di Roddi sono stati rivendicati non senza soddisfazione da Liliana Allena, presidente dell’Ente Fiera, il cui incarico scade nel marzo 2025: "Sono dati utili a capire dove potremmo andare se i diversi partner pubblici e privati della manifestazione decidessero di mettere un chip ulteriore su questo nostro grande evento. Vi invito a riflettere, perché ci farebbe piacere continuare a crescere", l’appello arrivato dalla presidente dopo aver ringraziato la squadra che rende possibile tutto questo: "Nove anni fa ho iniziato il mio percorso in un Ente Fiera che vantava 500mila euro di fatturato e tre collaboratori. Oggi siamo a 2 milioni di fatturato per una squadra che annovera 6 addette e un direttore, persone che nell’organizzazione di questo evento mettono il cuore. L’anno scorso a ottobre i turisti italiani erano ancora tutti al mare e noi qui avevamo il tutto esaurito (…)".

Argomenti che sullo stesso palco sono stati condivisi dal nuovo sindaco albese Alberto Gatto: "Per la prima volta abbiamo un’analisi dei dati quantitativi oltre che qualitativi rispetto alla Fiera dell’edizione passata. Dati importanti, dal punto di vista economico e delle presenze, che ci consentono di dimostrare ai nostri sponsor come i contributi concessi a questa nostra manifestazione di eccellenza producano concreta ricchezza sul territorio".

Ezio Massucco

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