In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Gv 6,60-69).
Oggi, 25 agosto, la Chiesa giunge alla XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B, colore liturgico verde).
A commentare il Vangelo della Santa Messa è don Davide Arcangeli, co-parroco dell'Unità pastorale di San Vito-Santarcangelo della diocesi di Rimini.
Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole per accendere le ragioni della speranza che è in noi.
Eccolo, il commento.
Non solo i Giudei, ma ora anche i discepoli di Gesù si scandalizzano. Essi ragionano secondo la carne, ossia secondo i pensieri umani, che non provengono da Dio. Solo lo Spirito può suggerire le parole che provengono da Dio.
Gesù, che è colui sul quale è disceso e rimane in modo permanente lo Spirito Santo, secondo la testimonianza del Battista, è colui che parla con la pienezza dello Spirito Santo. Le sue parole sono Spirito e vita, ossia Spirito che dona la vita.
Secondo la professione di fede che fa Pietro, Gesù è il Santo di Dio, colui che pronuncia parole di vita eterna. Il titolo Santo di Dio ha a che fare con la provenienza di Gesù dall’alto, dal Padre e l’invio che il Padre ha fatto del Figlio nel mondo, consacrandolo per questa missione. Non si tratta di un uomo che ha raggiunto particolari vette di santità per effetto della grazia, ma di Dio stesso, nella pienezza e totalità della santità, che si è fatto uomo, riversando sulla nostra natura tutti i tesori della bellezza, della verità, del bene che sono nella santità di Dio.
Pietro può arrivare a questa solenne professione di fede non perché qualcuno gliel’abbia insegnata, ma grazie alla sua conoscenza intima e profonda di Gesù, maturata lungo un certo tempo di convivenza con lui. Egli è il rappresentante di coloro che hanno “conosciuto” Gesù, perché sono stati con lui e hanno condiviso la sua vita di uomo, itinerante e certamente impegnativa.
Aiutaci, Signore, a condividere la vita con te, come Pietro e a ri-conoscerti come il Santo di Dio, la cui Parola è vita eterna.