Garantire agli operatori di poter lavorare in sicurezza. È questa la ferma richiesta che il NurSind provinciale rivolge ai vertici della sanità provinciale dopo l'ennesimo episodio di violenza ai danni di personale sanitario registrato nella nostra provincia.
Un primo fatto è quello verificatosi nella mattinata dello scorso 8 settembre, quando al DEA di Mondovì una persona in fase di dimissione ha aggredito verbalmente il personale infermieristico, minacciato i pazienti in sala d'attesa e spaccato arredi e sanitari di un bagno.
"Lunedì 16 settembre si sono verificate altre due aggressioni – ci spiega Davide Canetti, segretario territoriale del NurSind, che ha segnalato i fatti alla direzione dell'Asl Cn1 -. Suggeriamo che venga considerato il ricorso a un servizio di vigilanza armata a supporto del già esistente supporto di sorveglianza, attivo in un campo d'azione estremamente limitato, oppure si richiede una postazione presidiata dal servizio dell’ordine. Il personale è inerme di fronte a tanta violenza, la politica cieca e sorda non adotta nessun atto di prevenzione a riguardo. La violenza agli operatori sanitari va fermarla subito, senza se e senza ma".
Oltre a questo, il NurSind, che nei mesi scorsi aveva denunciato anche la situazione della struttura residenziale psichiatrica di Ceva (leggi qui), chiede alla direzione ospedaliera di intervenire, installando anche telecamere esterne, nel parcheggio.
"Ormai la situazione è divenuta insostenibile – proseguono i dirigenti del Nursind –. I cittadini devono capire che gli operatori sanitari, siano medici, infermieri od Oss, svolgono solo il loro lavoro e che nessuna situazione di emergenza può giustificare tali comportamenti. Supporteremo tutti i lavoratori vittime di violenza e ci auguriamo che a livello legislativo possa presto arrivare un provvedimento per inasprire le pene ed evitare che questi episodi possano continuare a verificarsi in maniera così frequente".