Schegge di Luce - 29 settembre 2024, 07:21

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di don Cosimo Monopoli

Commento al Vangelo del 29 settembre, XXVI Domenica del Tempo Ordinario

La cappella dell’ospedale “Pietro e Michele Ferrero” di Verduno

La cappella dell’ospedale “Pietro e Michele Ferrero” di Verduno

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.

Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.

Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue» (Mc 9,38-43.45.47-48).

Oggi, 29 settembre, la Chiesa giunge alla XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B, colore liturgico verde).

A commentare il Vangelo della Santa Messa è don Cosimo Monopoli, Cappellano Militare per l’Esercito Italiano in Avellino.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

La pagina evangelica che la liturgia ci offre in questa domenica lascia disorientati coloro che si ritengono cristiani privilegiati avendo una piena adesione pratica alla fede e non hanno da rimproverarsi nulla dinanzi a Dio, anzi sono pronti a difendere una chiesa di pseudo-perfetti, poiché oggi si sentono dire da Gesù che ogni uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, investito dello Spirito del Risorto e docile alla sua azione, può compiere azioni buone che riflettono la misericordia del Padre e rimandano all’opera di amore del Signore che predilige i poveri e i più deboli.

Chiunque opera in nome di Cristo, quindi, ha parole e azioni buone per tutti indistintamente, non può parlare male di Gesù e, conseguentemente, non può parlare male di chi agisce in suo nome: «Chi non è contro di noi, è per noi»!

La Parola del Signore si presenta in modo netto e chiaro: ci ricorda come lo Spirito sia sempre in azione nella Chiesa e fuori di essa, perché continua a perpetrare il messaggio di salvezza di Gesù che ha donato la vita a beneficio dell’umanità, affinché il maggior numero di persone lo conoscano e siano salvati; mentre noi facciamo distinzioni tra chi appartiene alla nostra cerchia (gruppo, movimento, parrocchia…) e chi non appartiene, tra chi frequenta assiduamente ponendosi in ascolto del leader di turno e chi non è praticante a prescindere dalle motivazioni! Lo Spirito di Dio è libero, non può essere racchiuso in schemi, talvolta molto umani che giustificano i propri tornaconti mascherati da probabili benefici pastorali; dice il Signore: «I miei pensieri non sono i vostri e le mie vie non sono le vostre», poiché l’unico scopo dell’agire di Dio è finalizzato alla salvezza.

La Parola di Dio e la salvezza non sono esclusive, solo per alcuni, ma per tutti affinché conoscano e aderiscano con il cuore; infatti, il messaggio odierno è inequivocabile, positivo e ottimista: l’umanità è destinata alla salvezza non per merito proprio, ma per dono del Signore e noi siamo chiamati a metterci in questa scia se desideriamo collaborare con Dio e se vogliamo contribuire a far crescere il dono della fede.

Da qui l’esortazione di Gesù a liberarci da tutto ciò che fa da ostacolo, ovvero scandalo, cioè inciampo nel cammino di fede del fratello, per dare buona testimonianza alla costruzione del Regno di Dio; quindi la mano, ovvero ciò che è strumento delle nostre azioni e delle nostre attività, il piede, ovvero ciò che è lo strumento del nostro camminare che biblicamente indica il percorso della nostra condotta di vita, e l’occhio, ovvero ciò che è lo strumento del vedere da cui creiamo la nostra mentalità, devono essere conformi a Cristo viceversa dobbiamo purificare le nostre azioni, convertire la nostra condotta e purificare i nostri pensieri, affinché traspaia dalla nostra persona la figura di Gesù che agisce solo per amore e manifesta il vero volto del Padre, buono e misericordioso. Di conseguenza la nostra vita e la nostra storia diventa strumento per ricordare quanto di meraviglioso il Signore ha compiuto per noi, con gratitudine e lode, come è stata la vita della Vergine Maria, raccontata da lei nell’esplosione del canto del magnificat!

Silvia Gullino

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