Un allarme partito in automatico da un iPhone, tecnicamente un allarme SAR (ricerca e soccorso, dal termine inglese search and rescue), arrivato ai vigili del fuoco e poi trasmesso anche al 118.
Si tratta di un sistema attivo anche su alcuni orologi in uso agli sportivi: basta un colpo perché si attivi. Il possessore deve bloccarlo entro 30 secondi, sennò parte l'allarme che, a volte rimbalzando anche all'estero, raggiunge il NUE (112) e, da qui, viene dirottato sugli enti di soccorso preposti all'intervento. Un sistema analogo può venire installato nelle auto.
L'allarme non ha voce, invia solo le coordinate geografiche da cui viene lanciato, in questo caso i Laghi di Roburent nel comune di Argentera.
E proprio qui sono, è il caso di dirlo, convolati i due elicotteri: uno partito da Torino, quello dei vigili del fuoco, l'altro probabilmente decollato da Levaldigi, con a bordo medico, infermiere e tecnico di soccorso alpino. Inviata anche la squadra SAF (speleo alpino fluviale) dei vigili del fuoco di Cuneo.
Il sorvolo, in un contesto di ottima visibilità, non ha evidenziato alcuna situazione di emergenza. Sul posto solo una comitiva di escursionisti francesi, che hanno declinato ogni responsabilità rispetto all'invio dell'allarme.
L'intervento non ha avuto sviluppi e i due elicotteri sono tornati alla base.
In definitiva, tutto si è concluso con un grande spreco di risorse.