Era il 12 novembre 2003, ore 8.40 italiane, ore 10.40 a Nassiriya, città irachena a maggioranza sciita e capoluogo della provincia di Dhi-Qar, il giorno in cui la guerra entrò di nuovo nelle case degli italiani.
Un terribile attentato, compiuto con un camion e un’auto imbottiti di esplosivo, devastò la base italiana Maestrale, chiamata anche “Animal House” (già sede della Camera di Commercio ai tempi di Saddam Hussein) e portò la morte tra i militari impegnati nell’operazione Antica Babilonia.
Dodici carabinieri della Msu (Multinational Specialized Unit) uccisi. Morti anche cinque militari dell’Esercito e due componenti civili di una troupe che stavano lavorando ad un film. L’eroico intervento del carabiniere Andrea Filippa di guardia all’ingresso principale della base che sparò agli attentatori evitò conseguenze che avrebbero potuto essere ancora più drammatiche. La base principale fu ridotta ad uno scheletro di cemento. L’altra sede, “Libeccio”, distante poche centinaia di metri dalla prima, venne danneggiata anch’essa dall’esplosione.
A distanza di ventuno anni, la ferita è ancora aperta e nella mattina di sabato 9 novembre, Bra ha voluto raccogliersi nella piazza che l’amministrazione ha dedicato al sacrificio di sangue dei Caduti di Nassiriya, diventato un seme di pace.
Una commemorazione molto toccante, che ha coinvolto emotivamente tutti i partecipanti, tra i quali i dirigenti degli istituti scolastici cittadini, i professori e soprattutto gli studenti presenti per il Salone dell’orientamento, allestito nel vicino Movicentro.
Alla presenza delle autorità civili e militari della città, è stata deposta una corona d’alloro per mano del sindaco Gianni Fogliato e del Comandante della locale Compagnia dei Carabinieri, Tenente Colonnello Lorenzo Repetto. Quest’ultimo ha voluto ricordare come la vicinanza e l’impegno dei Carabinieri verso la popolazione sia quotidiano e si svolge al centro della vita cittadina, proprio come è stato a Nassiriya, dove si è consumata la terribile tragedia.
Parole condivise dal sindaco che, a proposito dell’eroismo dei Caduti, cita le parole della vedova del vicebrigadiere dei carabinieri Giuseppe Coletta: «Penso che mio marito non ha fatto nulla di straordinario il giorno che l’hanno ucciso, la sua straordinarietà è nei 38 anni vissuti al servizio degli ultimi, non certo in una bomba che gli è scoppiata addosso. È un’intera esistenza che ti fa eroe, non la sfortuna di un evento. Se proprio dobbiamo usare questo termine, preferirei dire che mio marito ha fatto della sua vita un atto eroico».
Non poteva mancare un picchetto d’onore a cura dei rappresentanti delle associazioni partigiane, combattentistiche e d’arma. Durante la cerimonia è stata ribadita più volte l’importanza di ricordare i sacrifici dei martiri della pace e il lavoro quotidiano delle Forze dell’Ordine che si impegnano in difesa dei più deboli.
Infine, prendendo spunto dalla vicinanza alla stazione ferroviaria, luogo di movimento per eccellenza, Fogliato ha parlato ai più giovani, lasciando loro una consegna: «Fate circolare e portate nel vostro viaggio della vita queste idee. Abbiamo un compito preciso: continuare il quotidiano lavoro di costruttori di un presente di pace, di libertà, di un futuro più solidale ed inclusivo».
I Caduti
A Nassiriya persero la vita 28 persone: 19 italiani e 9 iracheni. Tra gli italiani, dodici Carabinieri: Massimiliano Bruno, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Andrea Filippa, Enzo Fregosi, Daniele Ghione, Horacio Majorana, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi, Alfonso Trincone. Cinque militari dell’Esercito: Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Alessandro Carrisi, Emanuele Ferraro, Pietro Petrucci. Due civili: il regista Stefano Rolla, impegnato con la sua troupe nelle riprese di uno sceneggiato sulla ricostruzione del Paese e il cooperante internazionale Marco Beci.
La foto simbolo
Un soldato si aggiusta l’elmetto, alle sue spalle la base Maestrale sventrata, tutto intorno solo macerie: è lo scatto simbolo della strage di Nassiriya realizzato dalla fotoreporter Anya Niedringhaus, premio Pulitzer 2005 come giornalista di guerra in Iraq, morta in Afghanistan nel 2014. Fu uccisa da un talebano con addosso la divisa delle forze di sicurezza governative.
Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace
La camera ardente delle vittime venne allestita nel Sacrario delle Bandiere del Vittoriano, dove fu oggetto di un lungo pellegrinaggio di cittadini. I funerali di Stato si svolsero il 18 novembre 2003 nella basilica di San Paolo fuori le mura, a Roma, officiati dal cardinale Camillo Ruini, alla presenza delle più alte cariche dello Stato. Per quel giorno fu proclamato il lutto nazionale. Dal 2009, il 12 novembre, giorno dell’attentato di Nassiriya, è la Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace.