Una “faida” tra due famiglie sfociata in una rissa nel loro cortile condominiale: questo cioè che accadde nel giugno 2019 a Mondovì, in Via delle Ripe, e che ha portato al rinvio a giudizio di quattro persone. Ciò che avrebbe atto scaldare gli animi sarebbe il fatto che quel giorno il figlioletto di L.N. e G.T., si sarebbe trovato in cortile a giocare con un suo amichetto e, alla richiesta del vicino A.S. di fare meno rumore i genitori, insieme al figlio più grande A.N., si infuriarono .Quest’ultimo doveva anche rispondere di evasione perchè, quando occorse a dar manforte alla madre, si trovava ai domiciliari.
Il vicino, che nel frattempo stava uscendo con l’auto dal garage, spiegò in tribunale che dopo essere stato obbligato a scendere dalla macchina venne preso a calci e pugni; anche sua moglie ha raccontato di essere stata aggredita dalla vicina L.N. che dopo averle strappato di mano il cellulare lo avrebbe anche dotto per impedirle di filmare ciò che stava accadendo. A.S. se la cavò con la frattura del setto nasale, di un incisivo e della mandibola, la sua vicina L.N. ne era uscita a sua volta con il naso rotto e circa trenta giorni di prognosi.
Nel corso del procedimento, i Carabinieri avevano spiegato al giudice che, al loro arrivo, madre e figlio di A.N. erano ancora intenti ad aggredire “la famiglia nemica”. Su A.N. pende anche l’accusa di evasione: il ragazzo, infatti, al momento della rissa si trovava agli arresti domiciliari. Per lui, il pubblico ministero ha chiesto sei anni di carcere e per i genitori 5 mesi di reclusione. Quanto ad A.S, è stata chiesta l’assoluzione.
I legali di L.N. e G.T., hanno rispettivamente parlato di legittima difesa e minacce, contestando così le richiesta avanzata dalla Procura.Quanto alla posizione di A.N., l’avvocato ha spiegato id come in realtà la condotta del suo assistito non possa essere qualificata come un’evasione, in quanto “non ha tentato la fuga e non ha dati segno di volersi allontanare dal domicilio”.
Madre e figlio, L.N. e A.N., sono stati entrambi condannati con la revoca della condizionale: lei a due anni e tre mesi di carcere e lui a tre anni. Quanto alla posizione di A.S. e G.T., entrambi sono stati assolti. Inoltre, il giudice ha fissato il risarcimento danni di 11mila euro in favore di A.S. e sua moglie.