Farinél - 17 novembre 2024, 17:43

Farinél/ Tra gli ultimi di Nairobi, dove gli angeli parlano la nostra lingua

Il nostro Farinél è rientrato dal Kenya al termine di dieci giorni iniziati sugli altipiani a North Kinangop dove don Sandro Borsa partendo da un sogno ha costruito uno degli ospedali di riferimento dell’Africa in cui tutti possono essere curati finendo nelle baraccopoli di Nairobi dove gli italiani Elisa Lupi e Simone Ceciliani

Sono rientrato da poche ore dopo una lunga notte in volo a coronamento di un viaggio da Nairobi, iniziato nel pomeriggio di ieri passando per Addis Abeba, la capitale dell’Etiopia. Dopo una settimana, trascorsa sugli altipiani del Kenya, a North Kinangop, l’ospedale nato dal sogno di don Sandro Borsa, dove l’urologo Bruno Frea si è recato per la trentesima volta in dodici anni per visitare e operare oltre cinquanta persone, in gran parte bambini e ragazzi, il nostro viaggio è proseguito nelle baraccopoli di Nairobi.

Prima di raccontare l’esperienza tra gli ultimi di Nairobi vorrei ringraziare i tanti volontari che ho conosciuto a North Kinangop, persone meravigliose che, come il sottoscritto, erano in Kenya a proprie spese, animate solamente dalla voglia di fare qualcosa di buono per il prossimo. Per molti era la prima volta, per tutti non sarà l’ultima, perché il mal d’Africa è qualcosa di concreto che sto sentendo, forte, in questo momento, mentre scrivo questo Farinél.

Permettetemi di ricordare tutti i volontari. Ad accompagnare il professor Bruno Frea è stata una equipe di medici affiatata con due strutturati, Giorgio Calleris, 33 anni, specialista in urologia presso la clinica urologica delle Molinette, alla quarta missione e Antonio Grosso: 30 anni, specialista in urologia, medico strutturato presso la clinica urologica di Firenze Careggi.

Al loro fianco quattro specializzandi, a partire da Ilaria Ferro, 29 anni, biellese, Alessandro Dematteis, di Sampeyre, 28 anni, al terzo anno della scuola di specializzazione di Torino, da Nadia Ziani: 27 anni, della scuola di specializzazione di urologia di Torino, sede formativa presso l’ospedale San Luigi, fino a Maria Teresa Del Galdo 36 anni, della scuola di specializzazione in urologia di Torino, sede formativa Novara.

A completare la squadra dei piemontesi in missione a North Kinangop fino al 24 novembre la specializzanda in pediatria Ilaria Serra, 29 anni di Asti, l’assistente alla poltrona Gabriella Pinna, le fisioterapiste albesi Daniela Gallina e Elena Battini con la volontaria albese Maria Teresa Dellapiana e la rivolese Germana Bruscaini.

Persone che rimarranno per sempre nel mio cuore e che hanno saputo portare il meglio di loro stesse a servizio della comunità di North Kinangop, una comunità molto povera a cui don Sandro Borsa ha dato speranza e possibilità di curarsi, anche grazie al sostegno del nostro territorio che ha sostenuto l’allestimento delle nuove sale operatorie. Sostegno che continuerà con la nascita dell’associazione “Amici di Kinangop”, voluta dallo stesso Frea con Germana Bruscaini segretaria. Per informazioni è possibile scrivere a amici.kinangop@gmail.com. Per sostenere l’associazione è possibile donare all’Iban: IT39K0853046220000000284714

Ho tenuto per ultimo il collega giornalista e fotografo Beppe Malò perché è stato il compagno di tutto il viaggio in Kenya, con la pediatra Ilaria Serra e con me anche al rientro anticipato in Italia.

Il nostro viaggio si è concluso, per una serie di coincidenze, il 15 novembre, a un anno esatto di distanza dalla mia prima visita al G9 e ad Amini Home a Nairobi. I due centri gestiti dalla Papa Giovanni XXIII sorgono al centro delle periferie più povere e pericolose dell’Africa, tra Githurei 44, Zimmermann, non lontano da Dandora, la discarica più grande dell’Africa dove si dice che vivano oltre 100 mila persone.

Il nostro percorso è iniziato dalle infangate strade di Githurei 44 in piena stagione delle piogge dal centro G9, da Gate 9, porta numero 9 dove vengono assistiti 22 ragazzi di strada. A raccontarci la loro storia è stato Simone Ceciliani, bolognese, dal 2011 volontario del centro, con volontarie come Marta, Irene e Agostina che stanno svolgendo il servizio civile qui. I ragazzi ospitati hanno un passato di violenza, di dipendenze, di abusi, hanno dai 5 ai 17 anni e crescono in questo centro trovando una speranza per il futuro.

A fianco al vecchio dormitorio, grazie a una donazione arrivata alla Papa Giovanni XXIII è stato possibile realizzare una palazzina in muratura con acqua corrente e accesso all’energia elettrica, dove i ragazzi saranno trasferiti a fine novembre coronando un lavoro iniziato dal 2010.

Il futuro per Simone Ceciliani è nel nord del Kenya, oltre la città di Marsabit, in supporto alle popolazioni di pastori nomadi.

Per info: https://www.apg23.org/it/kenya/

A pochi km di distanza sorge Amini (Credici) home, qui Elisa Lupi, ginecologa, sposata con langhetto doc (di Lequio Berria) Federico Sibona, ortopedico infantile nell'ospedale di Kijabe, madre di tre figli più due adottivi, ha creato un angolo di pace a due passi dall’inferno dei club a luci rosse dove le ragazze dai 12-13 anni si prostituiscono per un euro all’ora. Ho vissuto l’esperienza di andare con lei e le volontarie che la accompagnano in quel girone dantesco che sono i club dove si prostituiscono le ragazze più povere della capitale keniana. Ragazze che guadagnano 1 euro per un rapporto completo, di cui il 30% va lasciato per l'affitto del tugurio dove si consuma il rapporto.

I clienti sono spesso malati, quando va bene "solo" ubriachi. Metà delle donne sono incinte, molte sono ubriache. vivono in mezzo ai rifiuti, alla sporcizia, al piscio e alle feci, senza speranze. Elisa e le sue collaboratrici cercano di parlare con le ragazze, di far loro capire che un futuro diverso è possibile. Sono oltre 80 le ragazze che hanno varcato la porta di Amini Home nel 2024 per trovare una parola amica e tornare ad amare la vita imparando un mestiere o aprendo una piccola attività commerciale. Le loro sono storie di riscatto e di rivincita. Con le ragazze e i loro figli meravigliosi abbiamo trascorso la serata di venerdì cantando e ballando per alcune tra le ore più belle che io abbia mai vissuto, lontano dalla solita routine e dagli schermi degli smartphone che ci hanno allontanati dalla dimensione vera della vita.

E’ in questi luoghi all’apparenza dimenticati da Dio che sto riscoprendo la mia fede e dove forse Dio è ancora più presente, negli occhi e nella purezza dei bambini e dei loro sorrisi. Nella risata di Angel che mi ha mostrato le sue “nuove” scarpe rosa, un paio di scarpette distrutte con la suola scollata, passate di figlio in figlio ma che per lei sono le calzature più belle del mondo o nelle guance paffute di Natalia. Qui, nell’inferno di Nairobi gli angeli parlano la lingua di Dante, la nostra e qui mi sono sentito orgoglioso di essere nato in questo paese, cosa che purtroppo, vivendoci, non mi capita spesso.

Per sostenere Amini Home con la raccolta fondi di Elisa Lupi: https://daicistai.apg23.org/campaign/vicino-a-donne-e-bambini-per-fare-famiglia-insieme/?lang=en

Sarà possibile fare qualcosa di concreto per queste donne e per i loro meravigliosi figli che porterò sempre nel cuore, con tutti i volontari conosciuti in Kenya.

Marcello Pasquero

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